Deposito gnl a Brindisi, riesplode la protesta. Associazioni contro i test: «Provocazioni da Edison»

I test che Edison vuole avviare in vista della costruzione del deposito di gnl a Costa Morena Est? Si tratta di «annunci strumentali e provocatori» ai quali 13 associazioni brindisi intendono rispondere «in maniera adeguata» e cioè con una raccolta di firme, in programma domani in piazza Vittoria, e una manifestazione di protesta, annunciata per sabato 20 gennaio.

A scatenare l’ira di Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Cgil, Acli provinciali, Medicina democratica, Fondazione “Tonino di Giulio”, Medici per l’ambiente, Anpi, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, No al carbone, Puliamoilmare e Vogatori Remuri è la volontà di Edison di intraprendere una serie di test per la verifica geotecnica dei pali di fondazione del serbatoio del deposito di gnl di cui si prevede la costruzione nel porto di Brindisi. Secondo le associazioni, infatti, l’annuncio di queste verifiche non è altro che il preludio all’avvio dei lavori per il quale i Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture hanno concesso una proroga fino al 22 marzo.

Qui sorge la prima questione. Secondo le associazioni, per la costruzione di un impianto a elevato rischio di incidente rilevante non può bastare la comunicazione di avvio dei lavori, poiché questa attiene a semplici interventi edilizi, e nemmeno il parere del Comitato tecnico regionale. Ecco perché gli ambientalisti chiedono «una risposta ufficiale e tecnicamente motivata dei Ministeri competenti (non di sottosegretari o funzionari)» alla richiesta formale inviata dall’amministrazione comunale di Brindisi di riesame delle autorizzazioni rilasciate e di valutazione di impatto ambientale. «L’eventuale rilascio di un’autorizzazione per l’avvio dei lavori in questione – spiegano le associazioni – richiede non soltanto la risposta sopra citata ma anche un atto formale e giuridicamente corretto» in merito all’interferenza tra il deposito di gnl e la ferrovia, visto che il progetto prevede il passaggio di una condotta del gas proprio sotto i binari.

Alla luce di tutto ciò, Legambiente e le altre associazioni bollano l’avvio delle verifiche tecniche da parte di Edison come «un atto provocatorio», finalizzato a «vedere l’effetto che fa e creare conflittualità sociali». Di qui l’appello alla magistratura e alla prefettura di Brindisi «affinché siano rispettate le normative vigenti e le regole».

Le associazioni, infine, chiamano ancora una volta a raccolta i brindisini affinché ribadiscano il no a un deposito ritenuto non solo pericoloso, ma anche capace di ostacolare lo sviluppo di un hub strategico come il porto. In questa prospettiva gli attivisti si ritroveranno domani in piazza Vittoria per sostenere la petizione recentemente lanciata dalla Cgil e quella per manifestare la contrarietà alla costruzione del deposito di gnl nella zona di Costa Morena Est. Poi, sabato 20 gennaio, le associazioni scenderanno in piazza con «quanti hanno a cuore il bene della città e la legalità». L’obiettivo? Impedire a Edison, una volta per tutte, la costruzione del deposito all’interno del porto brindisino.

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