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Da rifiuto a risorsa antierosione: la “riabilitazione” della Posidonia a Ostuni

L’amministrazione di Ostuni annuncia importanti novità nell’ambito della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare, promuovendo un programma di riutilizzo dei residui organici spiaggiati della Posidonia Oceanica, presente su tutto il tratto costiero. Il progetto, presentato dell’Associazione Gruppo Escursionistico Speleologico Ostunese e dal Comitato salvaguardia della costa prevede il censimento e successivo monitoraggio, da parte dei tecnici…

L’amministrazione di Ostuni annuncia importanti novità nell’ambito della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare, promuovendo un programma di riutilizzo dei residui organici spiaggiati della Posidonia Oceanica, presente su tutto il tratto costiero.

Il progetto, presentato dell’Associazione Gruppo Escursionistico Speleologico Ostunese e dal Comitato salvaguardia della costa prevede il censimento e successivo monitoraggio, da parte dei tecnici dell’associazione, dei luoghi lungo il litorale dove poter depositare la posidonia. Questi siti si aggiungeranno a quelli già interessati, nelle aree comprese tra Fontanelle e Mogale.

«Abbiamo accolto con entusiasmo questa proposta, per molte ragioni – spiega l’assessore all’Ambiente Giuseppe Tanzanella- è infatti indubbio il risparmio economico dal punto di vista dello smaltimento, poi c’è tutto il tema che concerne il recupero della posidonia, che non deve più essere considerata un rifiuto ma una risorsa, un elemento importante per la salvaguardia di interi tratti costieri. Contiamo di utilizzarla per il ripristino dei cordoni dunari, creando un riparo naturale della spiaggia dall’azione erosiva degli agenti atmosferici».

L’ iniziativa che per ora avrà durata pluriennale, prevede nelle prossime settimane anche l’individuazione di due calette, in cui la posidonia verrà depositata sulla battigia per capire quali sono gli effetti sul rifacimento della costa e che ruolo ha per contrastare l’erosione delle coste. Saranno tratti di mare impraticabili per i bagnanti, ma sul lungo periodo, i vantaggi potrebbero essere molteplici, proprio perché la pianta marina potrebbe aiutarci a contrastare l’erosione delle coste.

«Simili iniziative erano state, in maniera discontinua, avviate negli anni scorsi, abbiamo deciso di renderle strutturali, definendo un piano di programmazione e monitoraggio delle aree interessate per verificarne gli sviluppi. L’obiettivo – dice – è sapere quali e quanti saranno gli effetti nel tempo. Sul tema ci sono altre azioni all’orizzonte: abbiamo dato il via libera alla rimozione dei rifiuti presenti nell’ex Villaggio Eco-sport in località Costa Merlata per un importo di circa 190 mila euro. L’area di 100 mila metri quadrati di proprietà comunale era stata completamente abbandonata e utilizzata come deposito incontrollato di rifiuti, speciali e pericolosi, verrà finalmente bonificata».

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