Il 31 marzo è un giorno destinato a entrare nella storia. Potrebbe essere proprio quella, infatti, la data che metterà fine allo stato di emergenza per il Covid in Italia. A distanza di due lunghissimi anni dall’inizio della pandemia. La previsione è del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, secondo il quale è diventato necessario «dare prospettive positive agli italiani. A oggi le condizioni, a mio avviso, ci possono essere. Gli indicatori ci fanno ben sperare e lo possiamo prendere in considerazione».
In attesa di un graduale ritorno alla normalità, spinto dalla progressiva discesa della curva pandemica, si va verso la fine dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. L’ultimo Consiglio dei ministri ha prorogato la misura fino al 10 febbraio, ed è possibile che la norma possa decadere definitivamente con l’inizio della primavera. «Confido che le mascherine all’aperto si possano levare prima della fine di marzo – conferma Costa – Certamente per le zone bianche. Dopo due anni di restrizioni e vaccinazioni, gli italiani hanno bisogno di messaggi positivi».
Nel frattempo arriva un’altra notizia positiva: entro la primavera potrebbe arrivare il vaccino destinato ai bambini con meno di cinque anni, fin qui esclusi dalla campagna di immunizzazione. «Purtroppo molti di loro si stanno ammalando – spiega Costa – Avere un vaccino significa avere un’arma in più». Nel frattempo sale l’attenzione sulla scuola. «Dobbiamo assolutamente semplificare le regole e sarà certamente fatto – confida il sottosegretario – In Consiglio dei ministri verranno prese sicuramente decisioni in tal senso. Dobbiamo uniformare le regole e favorire il più possibile la didattica in presenza. Oggi siamo di fronte a uno scenario diverso rispetto a qualche settimana fa».
Nella platea di ragazzi compresi fra 12 e 18 anni l’80 per cento è ormai vaccinato «e anche tra i più piccoli abbiamo percentuali importanti – conclude Costa – Se aggiungiamo molti ragazzi che hanno avuto il Covid e si sono negativizzati, siamo di fronte a uno scenario diverso e possiamo semplificare le regole. Sicuramente arriveremo a semplificare e uniformare la distinzione tra scuola primaria e secondaria».