Clima folle, a rischio il 70% del raccolto. La Regione Puglia pronta a chiedere lo stato di calamità – VIDEO

Piogge torrenziali, bombe d’acqua, umidità, ma anche veri e propri tornadi, da ultimo abbattutosi su Minervino Murge, fra maggio e giugno hanno messo in ginocchio l’agricoltura pugliese. Un quadro da brividi che vede tutte le filiere sotto attacco. A partire dal comparto vitivinicolo con l’invasione della peronospora, il cancro della vite, che ha rialzato la testa a causa del clima impazzito.

Era dal 1976, dicono gli esperti, che non si assisteva ad un’infezione così estesa con i grappoli in fase di formazione disseccati e le foglie macchiate. A rischio il 70% della produzione di vino che l’anno scorso era salita a circa otto milioni di ettolitri con 11 mila aziende e circa 600 cantine che rischiano il tracollo. Danni ingenti anche per l’uva da tavola per non parlare delle ciliegie al macero.

Il maltempo ha spazzato via le primizie che sono rimaste appese agli alberi, mentre la ferrovia, la specialità più pregiata, registra prezzi alle stelle per la produzione compromessa dalle calamità naturali. Ieri le associazioni di categoria, Coldiretti, Copagri e Cia, sono state ascoltate in quarta commissione regionale per mettere in campo risposte urgenti.

Tutti d’accordo sull’eccezionalità della situazione con gli assessori all’agricoltura, Donato Pentassuglia, ed il collega al personale Giovanni Stea, che hanno preannunciato la richiesta al governo centrale dello stato di calamità naturale. Unanime il sostegno di tutti i partiti al quadro drammatico emerso durante le relazioni delle associazioni agricole.

Il capogruppo di Con, Giuseppe Tupputi, chiede interventi immediati ed urgenti. «Tutti i territori regionali risultano colpiti – denuncia Tupputi – con danni incalcolabili che vanno rendicontati in fretta anche perché la Puglia versa molto all’Europa, ma recupera poco sul fronte della calamità. Da aggiornare, inoltre, anche il Decreto legislativo 102/2004 sul Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, anacronistico e incapace di dare le giuste risposte a un comparto messo in ginocchio che ha bisogno di ristori con urgenza».

Intanto la prossima settimana sarà avviato un tavolo tecnico per provare a recuperare proprio dagli aiuti europei un pacchetto finanziario per dare ristori agli agricoltori e alle aziende che rischiano letteralmente di scomparire. Anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, ha chiesto la mobilitazione di tutti i partiti, del governo nazionale e di quello regionale. Le continue piogge, bombe d’acqua, nubifragi e persino tornado che si sono abbattuti negli ultimi tempi sulla Puglia hanno causato danni all’agricoltura non solo enormi e disastrosi, ma che potrebbero compromettere per sempre l’intero sistema pugliese: l’umidità, infatti, che oggi ha già visto il proliferare di un fungo come la peronospora, potrebbe nel tempo provocare altri patogeni e attaccare altre colture.

Questa la prospettiva futura su un presente disastroso e un passato pesante (fra xylella e siccità). «Ognuno di noi deve sentirsi impegnato e motivato in ogni sede istituzionale – ha detto Ventola – per cercare soluzioni nei confronti di agricoltori che non solo hanno perso il raccolto, ma potrebbero aver perso proprio il futuro. A tutto questo si aggiungono non solo la burocrazia legata a leggi ormai obsolete, che richiedono adempimenti che impiegano troppo tempo nell’accertamento del danno da calamità naturale e ancor più tempo per i ristori».

Clima folle, a rischio il 70% del raccolto. La Regione Puglia pronta a chiedere lo stato di calamità

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