Dopo la violenta grandinata di lunedì sera, con chicchi grandi come palle da tennis, nel Salento è partita la conta dei danni causati dal maltempo soprattutto nelle campagne.
I nuovi impianti di ulivi resistenti alla Xylella nelle zone di Ugento, Torre Mozze, Acquarica, Presicce, Salve e in altri comuni dell’area, sono stati “spogliati” con olive strappate e un danno che si calcola tra il 30% e il 40% della produzione, come riferisce Coldiretti Puglia.
«La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea l’organizzazione – è la più dannosa per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine – aggiunge – colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione».
Da gennaio a oggi si sono già abbattuti 19 eventi estremi tra tornado, nubifragi, tempeste di fulmini e grandinate. «Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete con sempre maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis».
Siamo di fronte, sottolinea la Coldiretti, «a una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il ciclone infatti arriva in un 2023 si classifica fino ad ora nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica al terzo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il nord Italia si è trattato del secondo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,86 gradi superiore la media».
Negli ultimi 5 anni a causa degli eventi catastrofali sono andati persi in Puglia 200 milioni di quintali di cibo, «per cui serve una stretta – conclude Coldiretti Puglia – sugli strumenti innovativi sia di investimento che di agricoltura digitale per tutelare prodotti agricoli e agroalimentari e reddito delle imprese, dopo che in 10 è andato perso il 30% delle aziende agricole in Puglia che scontano lo scotto degli alti costi di produzione, del clima pazzo, della concorrenza sleale», conclude la Coldiretti Puglia.