«La centrale a carbone di Cerano, per anni simbolo di inquinamento, si prepara alla chiusura prevista entro il 31 dicembre del 2025. A Brindisi il nostro obiettivo è chiaro: trasformare la dismissione in opportunità di crescita». È quanto ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un videomessaggio inviato in occasione dell’assemblea pubblica di Confindustria Brindisi “Facciamo il futuro”.
«Negli ultimi anni Brindisi si è trovata ad affrontare importanti sfide, in particolare legate alla necessità di superare modelli ad alto impatto ambientale», ha evidenziato Urso ricordando di aver «reso operativo il Comitato di coordinamento fortemente richiesto dal territorio per sviluppare un programma industriale in grado di creare valore e mettere in sicurezza gli occupati diretti e dell’indotto. Il 20 settembre scorso sono stati presentati 13 progetti di investimento che daranno nuova linfa al territorio, coinvolgendo settori strategici come l’eolico offshore, la produzione di pale eoliche e batterie».
Urso ha evidenziato che «con il supporto di Invitalia stiamo predisponendo un piano industriale che sarà parte di un accordo di programma. Il sito della centrale di Cerano non sarà solo chiuso ma rigenerato per ospitare nuove realtà industriali, innovative e sostenibili, prevedendo percorsi di riqualificazione dei lavoratori».
Il ministro ha ricordato che «è di questi giorni la notizia di un nuovo progetto di sviluppo per il polo chimico, riconvertito alla produzione di batterie con investimenti per 2 miliardi di euro. Anche in questo caso sarà garantita la salvaguardia degli attuali tassi occupazionali con la previsione di aumenti graduali di assunzione. Un altro segnale forte del nostro impegno a trasformare il Sud Italia in protagonista della rivoluzione green e della contemporanea rivoluzione digitale. Sono certo che Brindisi si confermerà un centro industriale di eccellenza: lavoriamo tutti insieme, istituzioni, imprese e associazioni, affinché – ha concluso – questo obiettivo si realizzi».