«C’è amianto nel mare di Barletta». È allarme in zona Belvedere

Torna a parlare di ambiente il sub ambientalista barlettano Antonio Binetti “noto” anche per la sua battaglia affinché venisse ripulito il famigerato Vallone Tittadegna (ossia il fondale del canale di bonifica del fiume Ofanto sito in località “Piano Campanile” nei pressi dell’ospedale Dimiccoli).

Lo scorso 24 ottobre, Binetti si accampò nel medesimo vallone, non mangiando per qualche giorno (sciopero della fame) con l’intento di far ripulire il canale divenuto una vera e propria discarica a cielo aperto.

Due giorni fa, lo stesso Binetti, ha fatto sapere, con un post corredato da un video, pubblicato sulle sue pagine social, che c’è «amianto in mare a Barletta. Parliamo nuovamente di zona Belvedere (a sud della litoranea di Levante). La Guardia Costiera il 13 dicembre 2021 sotto mia segnalazione mette sotto sequestro giudiziario la zona Belvedere. Sono stati tantissimi gli incontri con le istituzioni fino ad oggi con il coinvolgimento e supporto di altre associazioni. Procura, Regione e Comune di Barletta Ecco come si presenta oggi la zona. La situazione è notevolmente peggiorata, il mare ha eroso altre pareti della discarica mettendo alla luce altro eternit e materiali non identificati. Un pericolo molto più elevato rispetto all’ultima segnalazione che risale a più di due anni. L’amianto continua a cadere in mare. Mi recherò dai carabinieri per denunciare l’accaduto e per indagare che non ci fossero (omissioni di atti di ufficio) e segnalerò nuovamente tramite pec la situazione a tutti gli organi competenti. Nel caso non ci fossero riscontri organizzerò (un’azione concreta) per salvaguardare la salute dei cittadini e dell’ambiente marino».

Nell’area posta sotto sequestro, di circa 3500 metri quadrati, ricadenti sul demanio marittimo, furono rinvenuti (in riva al mare) 14mila metri cubi di rifiuti tra materiali di risulta di lavorazioni edili, scarti di materiale plastico, rifiuti speciali provenienti da operazioni di scavo. La convalida del sequestro, effettuato dal nucleo di polizia ambientale della Guardia costiera di Barletta, fu disposta dalla Procura di Trani. Si temeva la presenza di eternit.

«Mi sono recato dalla compagnia locale dei carabinieri che a loro volta mi hanno suggerito di rivolgermi al Noe (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) e lo farò domani – ha dichiarato all’Edicola del Sud Binetti –. Dopo aver convalidato il sequestro, la Procura di Trani è ferma, non sono state fatte le dovute analisi per verificare se ciò che finisce in mare sia realmente amianto, anche se tutti sappiamo che si tratta di amianto. Tuttavia questa situazione che perdura, anzi peggiora, da due anni, potrebbe arrecare danni alla prossima stagione balneare. Tutto ciò è vergognoso».

Il sindaco Mino Cannito dopo le dimissioni dell’ex assessora all’ambiente Anna Maria Riefolo, trattiene questa delega sino a quando non sarà nominato/a un nuovo assessore/a. Com’ è noto c’è aria di rimpasto. «Cannito mi ha riferito – ha spiegato il sub – che si sta attivando per sollecitare la Procura affinché ponga in essere quelle analisi che avrebbe dovuto compiere già da tempo».

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