Nonostante il Governo Draghi abbia approvato una nuova misura da 6 miliardi di euro per il caro bollette, nel primo semestre di quest’anno le famiglie e le imprese dovranno comunque farsi carico di un rincaro da 33,8 miliardi di euro. A fare i conti è la Cgia di Mestre Rispetto al 2019, c’è un aumento delle bollette di luce e gas di 44,8 miliardi di euro, di cui 15,4 per le famiglie e 29,4 alle imprese.
Se dall’importo complessivo (44,8 miliardi) storniamo le misure di mitigazione messe in campo con la legge di Bilancio (3,8 miliardi), quelle introdotte nel decreto contro i rincari energetici di gennaio (1,7 miliardi) e i 5,5 miliardi di venerdì, al netto dei fondi per gli enti locali, l’extra costo da pagare rimane di 33,8 miliardi di euro: 8,9 sulle spalle delle famiglie e 24,9 su quelle delle aziende.
Sebbene in questo primo semestre dell’anno il Governo Draghi abbia erogato ben 11 miliardi di euro per raffreddare i rincari energetici a famiglie e imprese, gli incrementi di prezzo delle bollette sono talmente importanti che il saldo da pagare rimane comunque spaventosamente elevato.
Per questo il Governo dovrebbe essere più incisivo, così come hanno fatto molti altri paesi europei. Spagna e Francia, ad esempio, hanno imposto dei tetti agli aumenti delle bollette per un periodo temporaneo. Polonia, Portogallo, Grecia, ed Estonia, invece, hanno previsto sconti o azzeramenti totali delle tariffe di rete, rinviandone nel tempo gli aumenti o ponendoli a carico del bilancio dello Stato.
«Dovremo ridurre la dipendenza energetica dall’estero, aumentare la produzione di gas in Italia e proseguire sulla strada delle fonti rinnovabili. Famiglie e imprese, però, necessitano – secondo il centro studi – di misure in grado di calmierare immediatamente il caro bollette; nonostante gli 11 miliardi messi a disposizione per l’anno in corso, lo sforzo non appare ancora sufficiente. Nell’immediato, forse, basterebbe un annuncio per far crollare i prezzi dei prodotti energetici. Certo, la materia è delicatissima e gli equilibri geopolitici sono molto fragili, ma se la Germania, chiaramente dopo il benestare degli Stati Uniti, desse l’assenso all’apertura del Nord Stream 2, questa nuova conduttura permetterebbe al gas russo di arrivare in Europa attraverso il Mar Baltico, bypassando l’Ucraina. Una decisione che, oltre ad avere degli effetti economici positivi immediati, probabilmente allenterebbe anche la tensione e i venti di guerra che stanno soffiando tra Mosca e Kiev», è l’analisi degli economisti della Cgia.










