Bitonto, parola agli esperti: “Ci vogliamo sani”. Altro no alla discarica Ferlive

Da un lato c’è la rabbia per quell’episodio iniziale che si poteva tranquillamente evitare, soprattutto visto il contesto e i motivi dell’evento. Dall’altro, però, c’è anche orgoglio e consapevolezza nell’aver riempito la sala degli Specchi del Comune di Bitonto di cittadini interessati e aver spiegato loro, con forza, concetti, esperti (c’erano due avvocati, un agronomo, una oncologa pediatrica, un geologo) e numeri alla mano, perché Bitonto dice no, da anni, alla discarica Ferlive. E perché la stessa sarebbe dannosa per la città, per l’ambiente e per la salute di tutti. “Ci vogliamo sani. Ferlive: parola agli esperti” è stato, allora, l’incontro organizzato ieri mattina dal comitato “Ambiente è Vita”, “Fare Verde Bitonto”, “2hands Bitonto”, “Italia nostra”, “Vogliamo Bitonto Pulita” e “Inachis Bitonto”.

Perché no la discarica. I motivi del no sono tanti e li abbiamo già evidenziati: pericolo di percolato nel tempo; la cava, dove sarebbe ubicata (siamo in contrada Colajanni, lo ricordiamo, tra Bitonto, Sovereto e Terlizzi), è circondata da uliveti che producono il nostro olio Dop che così perderebbe valore e, inoltre, sfiora un corso d’acqua che potrebbe essere contaminato; c’è anche il pericolo delle emissioni odorigene; molteplici pareri ambientali e netta discrasia con le ultime novità normative e legislative in materia di smaltimento dei rifiuti. E, in tema di pareri, è tornato alla ribalta quello dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, che dà manforte a Comune e associazioni in questa battaglia e getta un velo sul parere positivo, dato a giugno, della Conferenza di servizi della Città metropolitana e contro il quale Bitonto e Terlizzi (ieri presente anche il sindaco Michelangelo De Chirico) si sono rivolti al Tar regionale. L’Autorità, infatti, già nel 2015 ha inserito contrada Colajanni addirittura come “priorità alta” nel reporting delle misure relative al Piano gestione rischio alluvioni e individuandola come vasca di laminazione, cioè una valvola di sfogo delle piene, rallentando il flusso delle acque e riducendo così i rischi di esondazione in prossimità dei centri abitati.

L’ex Provincia ha ignorato questo parere (perché?) e anche il sindaco Antonio Decaro ha chiesto lumi a riguardo scrivendo direttamente agli uffici.

“Un atto d’amore per la città”. Da segnalare il gesto dell’ex consigliere comunale Saverio Martucci che, in apertura, ha parlato di gravi responsabilità della politica tutta, da destra e sinistra, nella vicenda Ferlive, invitando quindi alle dimissioni l’intero Consiglio comunale in una sorta – lo ha definito, poi, su Facebook – di atto d’amore per la città.
Le parole non sono piaciute per nulla al sindaco Francesco Paolo Ricci, che, stizzito, ha strappato il microfono dalle mani dell’ex consigliere. Il clima si è infervorato ed è stato necessario l’intervento di polizia e vigili urbani per riportare la calma.
Michele Cotugno Depalma

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