È tutto pronto per la presentazione alla cittadinanza del Parco della Giustizia, la maxi opera che sorgerà nell’area delle ex Caserme Milano e Capozzi, nel quartiere Carrassi e che ospiterà gli uffici giudiziari del capoluogo. L’evento, che vedrà la partecipazione delle istituzioni cittadine e nazionali coinvolte, si svolgerà presso il Dipartimento di Giurisprudenza. Ma il progetto non mette ancora tutti d’accordo, tanto che un gruppo di attivisti si prepara a manifestare il proprio dissenso sia in piazza che nell’aula universitaria.
Il progetto
L’opera nasce dalla collaborazione tra diverse istituzioni nazionali, in particolare il Ministero della Giustizia e l’Agenzia del Demanio e si configura come il tentativo di risolvere l’annoso problema dell’edilizia giudiziaria barese, soprattutto dopo che il tribunale di piazza Enrico de Nicola è stato dichiarato inagibile. Il Parco della Giustizia, dal valore complessivo di 405 milioni di euro, si pone l’obiettivo di far rivivere una porzione di città ad oggi sottoutilizzata, ma dalle grandi potenzialità. Oltre alle quattro strutture che sorgeranno, il progetto triplica l’area destinata al verde, fino ad arrivare a oltre 10 ettari, con all’interno un lago artificiale che coprirà una superficie di quasi un ettaro.
La presentazione
Oggi, alle 10,30 presso il Dipartimento di Giurisprudenza in piazza Cesare Battisti, le istituzioni incontreranno la stampa per illustrare il progetto. A rivolgere i saluti istituzionali ci penseranno il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, il sindaco Antonio Decaro e il presidente della Regione Michele Emiliano. L’introduzione è affidata al viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e al direttore dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme, mentre la presentazione al direttore servizi al patrimonio dell’Agenzia, Massimo Baduri, e al commissario straordinario Antonio Ottavio Ficchì. Modera la giornalista di “Ppan” Paola Pierotti.
Le proteste
Quella di oggi si prospetta però una calda mattinata, contrassegnata dalle protesta dell’ampio ed eterogeneo fronte del no all’opera. Fanno parte del fronte, infatti, diverse associazioni ambientaliste, tra cui Fare Verde, e movimenti politici, come Rifondazione Comunista. Gruppi di manifestanti sono attesi in piazza Cesare Battisti e tra le mure del Dipartimento. Due le principali rivendicazioni dei manifestanti, legate, la prima, al paventato consumo di suolo che l’opera comporterebbe nell’area delle casermette (destinata, da Piano regolatore, a verde di quartiere). Dall’altra parte, i manifestanti temono che spostando gli uffici giudiziari a Carrassi da Libertà, si andrà a impoverire ancora di più quest’ultimo quartiere.