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È crisi del pomodoro in Capitanata: la produzione cala del 20%. Pesa la siccità

Pomodori come sassi, duri da ingoiare per le imprese agricole che vedono sfumare gli affari di vendita giorno dopo giorno a causa della siccità e scarsità dei raccolti. Alla vigilia della campagna di raccolta del pomodoro si partiva già con un handicap del 20 per cento, come denunciava Coldiretti Puglia «la provincia di Foggia, l’area…
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Pomodori come sassi, duri da ingoiare per le imprese agricole che vedono sfumare gli affari di vendita giorno dopo giorno a causa della siccità e scarsità dei raccolti. Alla vigilia della campagna di raccolta del pomodoro si partiva già con un handicap del 20 per cento, come denunciava Coldiretti Puglia «la provincia di Foggia, l’area vocata per eccellenza, ha già subito il taglio del 20% della produzione a causa della siccità, mentre l’aumento della produzione di pomodoro da industria di Pechino con consumi interni che rimangono molto bassi (attorno ad 1 chilo pro-capite all’anno) pesa come un macigno sui mercati internazionali e sulle frontiere nazionali».

La situazione

Insomma, la terra dove si coltiva quasi 1/5 dell’intero raccolto nazionale, l’oro rosso è sempre meno luccicante. «La situazione è critica per le difficoltà oggettive di portare avanti la produzione senza acqua» afferma il presidente di Coldiretti Foggia, Mario De Matteo e aggiunge «anche perché il pomodoro agli agricoltori viene pagato solo fra i 15 e i 16 centesimi al chilo, mentre le fatture e i pagamenti sono stati addirittura congelati in attesa di cosa succederà nelle prossime settimane quando verrà a mancare completamente l’acqua per l’irrigazione con le dighe vuote».

Coldiretti calcola che in queste condizioni per una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,6 euro solo il 9,4% riguarda il valore riconosciuto al pomodoro in campo, mentre mentre il 90,6% del prezzo è il margine della distribuzione commerciale, i costi di produzione industriali, il costo della bottiglia, dei trasporti, il tappo, l’etichetta e la pubblicità.

L’altra questione

Intanto, da più parti si contesta l’andamento che avrebbe preso l’odierna campagna di trasformazione del pomodoro da industria. A quanto pare il settore industriale del comparto “Pomodoro da industria” starebbe vivendo un’allarmante situazione determinata da esose richieste di «aumenti fuori contratto» del prezzo del pomodoro «completamente ingiustificate», considerato che «le quantità complessive» di produzione «saranno sufficienti a soddisfare le esigenze delle industrie di trasformazione». sono le considerazioni fatte proprie dall’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (Anicav) illustrate anche al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

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