Dei 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti tra gli 0 e i 19 anni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785 mila, quasi 2 su 5, si concentrano nelle 14 città metropolitane (tra cui Bari) e in maggior parte nei quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere. È il dato principale che emerge dall’ultimo rapporto diffuso da Save The Children, “Fare spazio alla crescita” nel quale viene fornita un’analisi dei dati riguardanti le disuguaglianze nei fondamentali ambienti di crescita dei bambini in Italia: la casa, la scuola e lo spazio pubblico, andando ad approfondire anche le differenze al livello regionale.
Da una parte, dunque, è sempre più elevato l’allarme demografico per il calo delle nascite, dall’altra le città metropolitane non si rivelano adeguate per garantire spazi abitativi, scolastici e pubblici adatti ai minori che vi abitano. Nello specifico, su 114 municipi delle 14 Città metropolitane, ben 33 presentano fattori di svantaggio molto elevati. Secondo il rapporto, a Bari le condizioni di vita dei minori presentano forti criticità in 4 municipi su 5; a cominciare da una distribuzione diseguale di bambini di età compresa tra gli 0 e i 19 anni, così come di bambini infra quattordicenni stranieri.
Allo stesso tempo molte aree maggiormente popolate dai minori, sono anche quelle dove si concentrano fattori che incrementano le disuguaglianze, quali bassi livelli di istruzione e occupazione. Sono queste, quindi, aree fortemente emarginate in termini di opportunità di crescita e sviluppo per i bambini. Analizzando più da vicino le diverse ripartizioni territoriali del Comune di Bari, il Municipio III (San Paolo, Fesca, San Girolamo, Marconi, San Cataldo, Stanic, Villaggio del lavoratore) si caratterizza per una concentrazione più elevata, rispetto alla media di minori (il 20,1% della popolazione residente) e, allo stesso tempo, ha la percentuale più alta di residenti con sola licenza media 62,5% (25 punti percentuali in più rispetto al Municipio II, il “meno svantaggiato”: Poggiofranco, Picone, Carrassi, San Pasquale, Mungivacca) e di non occupati (49,5%, +10 punti sempre rispetto al Municipio II).
Tra i municipi messi “peggio” si distingue, insieme al III, anche il IV (Carbonara, Ceglie del Campo, Loseto): qui la percentuale di minori che vi risiedono è del 18,4% (di cui il 3,7% di minori stranieri), ed è alta anche quella di non occupati (46%) e residenti con al massimo la terza media (51,2%). «Le periferie urbane oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso – dice Daniela Fatarella, direttrice Generale di Save the Children – non offrono spazi, stimoli e opportunità adeguati alla crescita, alimentando, invece, isolamento e marginalità. In questi contesti ci troviamo spesso a dialogare con ragazze e ragazzi pieni di risorse e talento, che si sentono traditi dagli adulti, come se il degrado e la deprivazione fossero l’unica risposta di cui siamo capaci nei confronti dei loro bisogni».
Proprio per mettere al centro dell’attenzione bambini e adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative delle città, Save The Children ha lanciato la nuova campagna di sensibilizzazione “Qui vivo” a cui è possibile aderire firmando una petizione per assicurare educazione di qualità, attività sportive, opportunità e spazi sicuri in cui crescere a partire da elementi molto concreti come l’apertura delle scuole tutto il giorno o la presenza di biblioteche scolastiche e palestre in tutte le periferie.
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Di Flavia Di Maio24 Novembre 2024