Nell’area di Taranto sia nel 2021 che nel 2022 si sono registrati picchi di emissioni inquinanti di benzene.
È quanto è emerso durante le audizioni, richieste dal consigliere del Pd, Michele Mazzarano, in V commissione del Consiglio regionale pugliese.
Su quelli che sono stati i rilievi di Arpa è intervenuto il direttore scientifico, Vincenzo Campanaro, che ha precisato che per il benzene viene stabilito un limite calcolato come media annuale nella misura di cinque microgrammi a metro cubo. Da questo deriva, secondo Campanaro, che i picchi che si registrano in un singolo o più giorni non vengono presi in considerazione dall’attuale normativa perché il calcolo viene fatto sulla media annuale.
Tuttavia, pur in assenza di una fonte normativa italiana, Arpa ha avviato una indagine confrontandosi anche con Aress e prendendo in considerazione leggi di altre nazioni. È stato, ad esempio, preso in considerazione il riferimento normativo dell’agenzia di protezione dell’ambiente dello Stato della California che indica in 27 microgrammi a metro cubo il valore che come media oraria deve essere considerato come critico. Prendendo questo valore come riferimento, è stato verificato che, nel 2021 e nel 2022, ci sono stati superamenti di questo valore.
L’Arpa quindi ha trasmesso la ricognizione all’Asl che a sua volta ha segnalato al ministero dell’Ambiente.
«Quanto emerso oggi in audizione sullo sforamento delle emissioni inquinanti di benzene a Taranto e sui picchi registrati in alcuni giorni, specie di sera e mattina presto, richiede risposte immediate», dichiara il capogruppo del Movimento 5 stelle Marco Galante.
«Nel 2022 – aggiunge – i picchi di benzene sono più che raddoppiati rispetto al 2021, come testimoniato anche dalle rilevazioni dell’Arpa. Bisogna lavorare per ridurre questo fenomeno e coinvolgere le istituzioni locali e nazionali. Se la causa, come ipotizzato oggi, è la cattiva manutenzione degli impianti dello stabilimento ex Ilva, bisogna pretendere impegni precisi da parte della società in termini di sostenibilità ambientale e sanitaria e di garanzie dei livelli occupazionali», prosegue Galante. «L’impatto delle emissioni prodotte dallo stabilimento sull’ambiente e sulla salute della popolazione – conclude – è stato oggetto di diversi rapporti scientifici».