Erano un centinaio ieri sera gli aderenti alle associazioni pronte a impugnare, davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) «che consente all’Ilva di produrre per altri 12 anni con il carbone ed è una cosa non accettabile da alcun punto di vista», dicono. Il comitato che unisce le associazioni sta facendo una raccolta fondi, al momento i soldi non bastano per pagare il ricorso, anche se sono stati raccolti poco meno di 6mila euro.
La richiesta
E soprattutto il centinaio di persone che si sono riunite ieri, chiedono al sindaco di Taranto, Piero Bitetti di esprimersi, di dire chiaramente da che parte sta. «Bisogna aumentare la pressione civica sul primo cittadino per richiamarlo alle sue responsabilità, a partire dal ricorso al Tar sull’Aia dell’ex Ilva – dicono – deve esprimersi con sincerità e senza tatticismi politici». Ieri la manifestazione in piazza Ghandhi, oggi è prevista una conferenza stampa, in mattinata a San Pasquale, in via Pitagora.
Per le associazioni come Genitori per Taranto, Peacelink e Giustizia per Taranto non ci sono dubbi Bitetti deve dire la sua, deve essere chiaro sul ricorso: «Quella sarà infatti la cartina al tornasole delle sue reali intenzioni. Non ci sono scappatoie politiche: o fa il ricorso o non lo fa», dice il comitato che al sindaco chiede una interlocuzione diretta, costante e trasparente sulla crisi Ilva. «Noi deteniamo su tale questione una sovranità che non può essere delegata ad alcuno e che vogliamo esercitare in prima persona con gli strumenti democratici della cittadinanza attiva, a partire dai diritti della Convenzione di Aarhus. – dicono i promotori dell’iniziativa – Noi siamo infatti portatori di interessi vitali non delegabili: il diritto alla salute, alla vita e al futuro delle prossime generazioni».
Per il comitato i documenti non sono pubblici, «le informazioni restano gravemente carenti, la cittadinanza è tenuta ai margini. – hanno detto ieri in piazza – Più passa il tempo e più aumentano gli equivoci. Occorre fare il dossier di questi equivoci. Al vertice degli equivoci c’è una parola abusata: decarbonizzazione. Questa parola ha sostituito un’altra parola densa di equivoci e ormai consunta: ambientalizzazione». Anche il Movimento 5 Stelle è sulla stessa linea: la consigliera comunale Annagrazia Angolano ripete da giorni a gran voce che Bitetti deve annunciare subito il ricorso del Comune al Tar contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dal Governo Meloni, che prevede la possibilità di continuare a produrre nell’area a caldo».