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La passerella della vergogna: Italia vs Turchia

È da molti definita la partita della vergogna, una passerella inutile tra le due squadre sconfitte che non andranno al mondiale, quella che si giocherà stasera a Konya tra Italia e Turchia. I tifosi delle due nazionali si chiedono il senso di una partita del genere in cui si potrebbero anche infortunare i giocatori. In palio però ci saranno i punti del ranking Fifa, cosa non proprio da sottovalutare.

L’orgoglio degli italiani appassionati di calcio però è duramente ferito dopo la clamorosa debacle contro la Macedonia del Nord a Palermo. Una sconfitta che per molti ha sancito il periodo più buio del calcio italiano, arrivato dopo un momento di chiara estasi dovuto al record di vittorie e suggellato poi dalla vittoria dell’Europeo a Wembley contro gli inglesi padroni di casa. Ed ecco che i social cominciano a riempirsi di vignette divertenti da parte dei tifosi britannici che ironizzano scrivendo “Yes it’s coming to Rome but now you’re staying at home”, letteralmente (la coppa) “Sì, sta venendo a Roma ma ora tu rimani a casa”. La frustrazione è parecchia, Mancini a quanto pare non sembra intenzionato a rassegnare le dimissioni.
Tanti calciatori sono tornati a casa e si sono dichiarati indisponibili per la sfida con la Turchia, tra cui Verratti, Immobile, Insigne e Berardi. Le altre nazionali già qualificate al mondiale del Qatar, tra cui la Spagna e la Francia, affidano le chiavi delle loro gloriose nazionali a talentuosi giovani, tutti nati dopo il 2000, come Pedri, Gavi o Tchouameni. Anche l’Inghilterra, da noi proprio sconfitta nella finale dell’europeo, punta sui propri talenti, due su tutti, il terzino Bukayo Saka (22 anni) e il giovanissimo trequartista Jude Bellingham (18 anni) già titolare nel Borrussia Dortmund di Haaland. Forse sarebbe doveroso che anche la Nazionale azzurra cominci a puntare di più sui propri giovani e uno di questi potrebbe essere Sandro Tonali, che stasera partirà titolare. Ma anche calciatori come Scamacca o Zaniolo, nati entrambe nel 1999 e nemmeno convocati da Mancini per la sfida cruciale del Barbera.
L’allarme era partito già prima della sfida con la Macedonia e a lanciarlo era stato Paolo Nicolato, commissario tecnico della nazionale Under 21. L’allenatore diceva ai microfoni che nel massimo campionato italiano i giovani non vengono valorizzati correttamente. Le squadre di Serie A, infatti, preferiscono affidarsi più a giovani talenti pescati all’estero, da campionati come la Ligue One, le Eredivisie o quello belga, piuttosto che rischiare di far crescere un giovane italiano tra le proprie fila. Secondo un dato statistico infatti la capolista momentanea del campionato, il Milan, è quella con la percentuale più alta di stranieri in rosa (74,1%) seguita da Lazio (73,1%), Napoli (72%) e Atalanta (72%). Gli scarsi risultati a livello di club e la grande delusione della Nazionale hanno portato quindi ad interrogarci sullo stato attuale del calcio italiano, ed in particolar modo dei suoi giocatori. Addirittura tre squadre tra le top quattro della Serie A hanno oltre il 70% di stranieri. Insomma il nostro commissario tecnico ci ha portato a vincere un Europeo (ricordiamo che non è una cosa di poco conto) dopo il periodo più brutto della nostra storia sancito dalla sconfitta con la Svezia. Adesso pare di rivivere quell’incubo, ma siamo sicuri che insieme ne riusciremo a testa alta come noi italiani abbiamo sempre fatto.

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