Rientro al lavoro delle pazienti oncologiche, riparte “trasformAZIONE”

ROMA (ITALPRESS) – La malattia oncologica rappresenta un fattore di debolezza nel mondo del lavoro, soprattutto per le categorie contrattualmente più fragili, come le donne, che perdono in media il doppio di giornate di lavoro o studio rispetto agli uomini.
L’ambiente del lavoro è, poi, quello più problematico quando insorgono problemi di salute. Sono questi i presupposti da cui prende il via la seconda edizione del progetto TrasformAZIONE, il percorso di avvicinamento al mondo del lavoro dedicato alle donne che desiderano rientrarvi dopo una malattia oncologica. Il progetto – voluto da Europa Donna Italia, con la collaborazione di Euromedia Research, Fondazione Human Age Institute, ManpowerGroup e Studio Fava & Associati e il supporto non condizionante di Pfizer, Daiichi Sankyo e AstraZeneca – si pone come obiettivi principali il reinserimento delle donne colpite dalla malattia nel mondo lavorativo e il supporto nella riconquista di un ruolo attivo nella società.
La nuova edizione del progetto, in partenza nel 2023, andrà in continuità con quanto fatto in quella precedente, portando all’interno del programma nuove attività di formazione dedicate alla conoscenza delle Politiche Attive per il Lavoro, alle tipologie di contratti e alle tecniche di selezione, fino a introdurre laboratori per il trasferimento delle tecniche di ricerca attiva del lavoro.
“Al termine di questa prima fase di progetto abbiamo avuto modo di apprezzare fino in fondo il valore di TrasformAZIONE: fin dalle prime fasi di coinvolgimento abbiamo potuto vedere concretamente quale fosse l’effetto per le donne con diagnosi di tumore al seno, con un aumento dell’autostima e di fiducia nelle proprie capacità – spiega Rosanna D’Antona (nella foto), presidente di Europa Donna Italia -. Il contesto italiano è molto complesso dal punto di vista burocratico, in quanto esistono molte tipologie contrattuali nazionali, con parametri differenti e questo rappresenta spesso un ostacolo ulteriore per le pazienti. Il nostro obiettivo è quello di fornire un supporto concreto perchè è evidente quanto il lavoro possa essere di aiuto nel percorso terapeutico: da un lato aiuta a ritrovare una condizione di socialità, limitando così la tendenza all’isolamento, dall’altro può essere uno stimolo in più per l’adesione alle terapie e l’aumento dell’autostima”.
“Da sempre il nostro obiettivo è rendere più accessibile il mondo del lavoro, specie per chi ha più bisogno di supporto e orientamento, come le pazienti o le ex pazienti oncologiche che si trovano nella necessità di trovare nuovo equilibrio e normalità all’interno delle proprie vite – ha dichiarato Anna Gionfriddo, presidente Fondazione Human Age Institute e Amministratrice Delegata ManpowerGroup -. Per questo siamo orgogliosi di aver preso parte al progetto di Europa Donna Italia, contribuendo alla realizzazione di questo percorso di orientamento nel mondo del lavoro, che rappresenta innanzitutto, per le donne colpite da malattia oncologica, un’opportunità per riattivare energie e iniziare un percorso verso il mondo del lavoro”.
La prima edizione ha visto la partecipazione di circa 100 donne provenienti da tutta Italia, che hanno preso parte al percorso di orientamento dedicato a pazienti o ex pazienti desiderose di rientrare nel mondo del lavoro, rafforzare la propria capacità di ricerca, aggiornare e valorizzare le proprie competenze e adeguarsi ai nuovi strumenti digitali.
Delle candidate iniziali, 62 si sono offerte per intraprendere il primo step del progetto TrasformAzione: il percorso di Talent Lab di Fondazione Human Age Institute di ManpowerGroup, che si è posto come fine ultimo la riattivazione lavorativa delle persone coinvolte, supportandole al contempo nell’esplorazione dei loro vissuti e nella formazione di nuove competenze professionali, nell’elaborazione del passaggio da pazienti a lavoratrici e nella costruzione di un nuovo concetto di tempo, anche lavorativo.
Diversi i temi affrontati: dall’elaborazione del CV al colloquio di lavoro, dai canali per la ricerca all’analisi delle aspettative, competenze, aspirazioni, fino al bilancio delle competenze e alla definizione di un progetto di inserimento individuale.
A queste tematiche si sono alternati momenti formativi sui diritti e sui doveri delle lavoratrici e approfondimenti sulla reputazione digitale, e i programmi e gli strumenti per l’ingresso nel mercato del lavoro.
Contestualmente al lancio di TrasformAZIONE 2022, sono stati presentati i risultati della ricerca di Euromedia Research sul significato del ritorno al lavoro per le donne con patologie oncologiche.
Una ricerca quantitativa di 500 interviste su una popolazione di riferimento di circa 12,4 milioni di donne italiane dai 18 anni in su attive da un punto di vista lavorativo e sulle donne che hanno intrapreso il percorso “TrasformAzione” per conoscere le esperienze relative all’impatto che può avere una grave malattia sulla vita familiare e lavorativa.
Dalla ricerca è emerso che: c’è una forte attenzione da parte delle donne italiane nei confronti della propria salute. L’88,9%, infatti, dichiara di effettuare visite di controllo con check-up completi su tutto il corpo; la paura di ammalarsi di tumore riguarda circa 3 intervistate su 4. A questo si aggiunge anche il timore del rischio di perdita di lavoro in caso di una malattia grave.
La quasi totalità delle donne che si sono ritrovate ad affrontare una grave malattia ha avuto il supporto, la tutela e la protezione della propria famiglia. Quello che è mancato, in molti casi, è invece il supporto di capi e colleghi e la tutela sul posto di lavoro sia da parte dei datori che dalle norme e dalle leggi che regolano il mercato; le esperienze si dividono tra chi è riuscita a mantenere il proprio ruolo in azienda e chi, invece, ha subito un declassamento a seguito della malattia. Una situazione che ha colto di sorpresa 1 paziente su 4, subendo dei pessimi comportamenti dopo il loro rientro al lavoro.
– Anche per chi affronta una grave malattia, il ritorno al lavoro rappresenta ancora di più uno stimolo…per 3 donne su 4 del percorso “TrasformAzione”, tornare a lavorare significa tornare alla vita.
Purtroppo, però, la percezione è che il nostro paese sia ancora indietro in tema di tutele per le donne lavoratrici, che spesso vengono lasciate da sole. La preoccupazione, soprattutto tra le donne del progetto “TrasformAzione”, è quella di non riuscire più a fare il proprio lavoro come una volta e, quindi, di incontrare delle difficoltà nel riprendere l’attività lavorativa. Paure che, però, non frenano la voglia e la forza di queste donne di ripartire e riprendere in mano la loro vita.
Sicuramente l’effetto della malattia si è sentito ed ha creato delle difficoltà dal punto di vista fisico e mentale e, anche per questo, nella ripartenza queste donne si promettono di dedicare più attenzioni a sè stesse e limitare le situazioni di stress e sovraccarico sul posto di lavoro. Il lavoro, dunque, sarà uno stimolo in più per ripartire, ma non dovrà più sovrastare la persona.
Tra le difficoltà principali che la lavoratrice con diagnosi tumorale si trova ad affrontare v’è soprattutto quello di conciliare i tempi di lavoro con quelli della cura, nonchè la gestione del rientro sul luogo di lavoro nella fase post malattia.
Tutto ciò all’interno di un quadro normativo frammentato che contribuisce maggiormente a rendere insidiosa la ripresa della quotidianità lavorativa. Infatti, per le patologie oncologiche non esiste ad oggi una normativa nazionale organica che tuteli i lavoratori malati.
Di conseguenza, è ormai improrogabile promuovere, in aggiunta a quelle già esistenti, nuove misure di natura contrattuale volte a porre in essere adattamenti ragionevoli sul luogo di lavoro e finalizzate a migliorare la qualità della vita professionale delle lavoratrici, ma più in generale dei lavoratori affetti da patologie a carattere tumorale.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

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