Psoriasi, una patologia non prevedibile ma sempre più curabile

ROMA (ITALPRESS) – La psoriasi è una malattia infiammatoria e cronica della pelle caratterizzata da una crescita anomala dell’epidermide. L’infiammazione e il disordine nella crescita dei cheratinociti, le cellule più abbondanti nell’epidermide, portano alla formazione di placche in rilievo di colore rosso vivo, rivestite da squame biancastre. Le localizzazioni più comuni sono i gomiti, le ginocchia e il cuoio capelluto, ma la psoriasi può manifestarsi anche in altre aree del corpo, comprese le unghie. Si calcola che colpisca circa il 2% della popolazione generale, mentre il 75% dei casi si manifesta prima dei 40 anni e non è raro che la malattia compaia in età giovanile o addirittura durante l’infanzia e l’adolescenza. Sono questi alcuni dei temi trattati dal professor Antonio Costanzo, ordinario di dermatologia, direttore della scuola di specializzazione di Humanitas University e responsabile dell’Unità operativa dell’Istituto Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle, cronica, quindi difficile che una volta insorta possa andare via. Si manifesta con chiazze rosse sormontate da squame, questa è la forma classica – ha esordito – Purtroppo non si può prevedere la comparsa della psoriasi. C’è l’ereditarietà, abbiamo almeno 55 geni di predisposizione alla malattia, ma su questo impatta l’ambiente, per cui lo stress emotivo o le infezioni virali, come durante il Covid in cui ci è stata un’impennata della diffusione, sia alcuni farmaci come i betabloccanti. C’è un background genetico su cui agiscono fattori ambientali”. Una patologia, la psoriasi, che nelle forme più severe impatta in modo duplice sulla qualità della vita dei pazienti: “L’impatto che la psoriasi ha sulla qualità della vita di un paziente, specie se è moderata o severa, dunque con una buona parte del corpo ricoperta da squame, dal punto di vista della qualità della vita è equivalente alle malattie cardiovascolari severe, è seconda solo alla depressione”, ha spiegato Costanzo.
“Abbiamo le forme che appaiono nel viso, mani o aree sensibili come quella genitale, che danno un impatto alto sulla qualità della vita, e poi ci sono delle forme che magari evolvono in artrite, quelle possono dare dei sintomi dolorosi – ha aggiunto – L’artrite per fortuna non compare in tutti i pazienti, e di recente alcune pubblicazioni ci dicono che se trattiamo da subito la psoriasi con farmaci efficaci l’artrite non viene e ha un rischio di comparsa molto inferiore rispetto a chi viene trattato con farmaci tradizionali”.
La psoriasi è però sempre più curabile in modo soddisfacente: “La vera novità degli ultimi tempi, individuando i fattori infiammatori chiave della psoriasi, è che si è scoperto che bloccando uno di questi noi riusciamo a spegnere a lungo la malattia, e in alcuni casi, sospendendo il farmaco, a questi pazienti non ritorna, come se il sistema immunitario si fosse dimenticato della malattia, non avendo a lungo recidive – ha raccontato il professore – Abbiamo in lui, senza chiamarlo guarito, cambiato la storia naturale della malattia. Fortunatamente è anche capitato ad alcuni pazienti che, con un approccio non ansioso e sereno, questi siano guariti in modo spontaneo”.
Tra le cure alternative, resiste ma con meno efficacia quella dei raggi ultravioletti: “Funzionano, è vero, il problema è che finchè si fanno danno un effetto temporaneo – ha precisato – C’è però una dose limite oltre la quale c’è un rischio di avere tumori della pelle che sorpassa il beneficio che danno alla psoriasi”. Infine, Costanzo ha ricordato come ci sia purtroppo un’associazione tra psoriasi e depressione: “Non è casuale che queste due condizioni siano strettamente legate, alcune pubblicazioni indicano che un 25-30% di chi è affetto da psoriasi è anche affetto da una forma ansioso-depressiva – ha concluso – E non mancano anche i casi di tentato suicidio”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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