Paura di denunciare. Anche quest’anno, come il precedente, le vittime di usura chiedono aiuto alla Fondazione antiusura, ma si fermano dinanzi al passo successivo: la denuncia, propedeutica all’iter per l’accesso ai fondi di sostegno messi a disposizione dallo Stato. La circostanza è emersa durante l’assemblea ordinaria della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici (con relativa approvazione approvazione del bilancio 2024), svoltasi ieri pomeriggio. «Non è semplice convincere a denunciare, per paura, vergogna – commenta la presidente Antonella Bellomo – e perché manca una giusta percezione del disvalore di tale reato. Non per tutti è possibile trovare una risposta, ma a tutti i preziosi volontari dedicano tempo e offrono con competenza e professionalità i loro consigli».
La norma
L’intervento della Fondazione consiste nel prestare assistenza legale ai soggetti vittime di usura, nell’assisterli per tutto l’iter, a partire dalla presentazione della domanda di accesso al Fondo tramite la Prefettura, la richiesta dei danni subiti e l’eventuale richiesta del mutuo. Per dare un segno tangibile di solidarietà agli usurati, inoltre, la Fondazione si costituisce parte civile nel processo penale.
Il silenzio
La Fondazione lamenta anche quest’anno «l’assenza di persone che abbiano accettato il consiglio di denunciare gli usurai – fanno sapere – La Fondazione mette a disposizione un pool di avvocati esperti, capaci di ridare speranza a chi ne è colpito». Ma la paura delle conseguenze, di essere perseguitati dai loro stessi aguzzini, blocca le vittime nel portare avanti l’iter.
I dati
Quelli forniti dalle Procure, relativi alle denunce per le tipologie di reati contro il patrimonio e ripresi dalla relazione del Presidente della Corte d’Appello in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario «non sono incoraggianti – sostengono – Nel distretto Bari-Foggia-Trani è leggermente aumentato il numero complessivo di quelle per estorsione (da 891 a 894), decisamente aumentato quello relativo al reato di truffa aggravata (da 268 a 622), mentre un andamento in calo si è registrato per il reato di usura (da 63 a 59, di cui solo 18 a Bari). Quanto al reato di usura, pertanto, si evidenzia un dato a segno meno anche per quest’anno».
L’azzardo
L’altro settore che non conosce crisi è quello dell’azzardo, che cresce soprattutto nell’online. Il numero sempre più crescente di persone che scommettono sulle piattaforme internet mette in allarme gli enti del terzo settore che si occupano delle dipendenze e della tutela dei soggetti più fragili. Il “volume d’affari” ha una crescita vertiginosa; secondo uno studio promosso da Federconsumatori e Cgil nel 2013 le giocate complessive ammontavano a 84 miliardi, nel 2022 erano di 136 e nel 2023 erano salite ancora a 150 miliardi, praticamente l’89% della spesa alimentare degli italiani e più di quella sanitaria che nel 2023 ammontava a 131,1 miliardi. Tra i capoluoghi di regione in testa Palermo, seguita da Napoli e Bari.
Il ruolo della Fondazione
La Fondazione cerca di arginare questo flusso di giocatori d’azzardo che ogni settimana si presentano in Fondazione, indirizzandoli verso un’associazione condotta da un ex giocatore, che ha superato la dipendenza e si mette a disposizione di chi lo voglia.