Nonostante un aumento generale della raccolta differenziata in Italia, che ha superato il 65%, la Puglia si conferma la regione più cara per quanto riguarda la Tari, la tassa sui rifiuti. Lo rivela il rapporto 2024 di Cittadinanzattiva, che ha analizzato i dati di tutti i capoluoghi di provincia italiani.
Con una spesa media pro capite di 426,50 euro, ben al di sopra della media nazionale che si attesta a 329 euro, le famiglie pugliesi sopportano un peso maggiore per lo smaltimento dei rifiuti. Un aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente che si aggiunge ad un tasso di differenziata, pur in crescita, ancora inferiore alla media nazionale.
Nella classifica dei capoluoghi più cari, spiccano Andria e Brindisi, rispettivamente al sesto e settimo posto in Italia, con una spesa per la Tari di 471 e 466 euro. Seguono Barletta (14° posto), Bari (19°) e Taranto (22°), tutte con aumenti significativi rispetto al 2023. Solo Lecce fa eccezione, con una lieve diminuzione della Tari.
Le cause dell’aumento
Diverse sono le cause che spiegano l’aumento della Tari in Puglia. Tra queste, si segnalano:
- Mancanza di impianti di trattamento: La regione soffre ancora della carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti, costringendo spesso a smaltire in discarica.
- Aumento dei costi di smaltimento: L’incremento dei costi energetici e delle materie prime ha influito sui prezzi dello smaltimento dei rifiuti.
- Bassa efficienza nella raccolta differenziata: Nonostante gli sforzi, la raccolta differenziata in Puglia è ancora inferiore alla media nazionale, con conseguenti maggiori costi di gestione.
Le richieste dei cittadini
Cittadini e associazioni chiedono alle amministrazioni locali di intervenire per ridurre i costi della Tari e migliorare l’efficienza della raccolta differenziata. Tra le possibili soluzioni:
- Aumentare gli investimenti nella raccolta differenziata: Promuovere la raccolta porta a porta, incentivare la compostaggio domestico e diffondere la cultura del riciclo.
- Realizzare nuovi impianti di trattamento: Ridurre la dipendenza dalle discariche e valorizzare i rifiuti come risorsa.
- Rivedere i sistemi di tariffazione: Adottare sistemi più equi che premiano chi differenzia e penalizzano chi produce più rifiuti indifferenziati.