Giornata Mondiale della Radio. Nel cuore degli ascoltatori

La guerra dei mondi, la trasmissione radiofonica della CBS (Columbia Broadcasting System) destinata a rimanere nella storia per l’annuncio dell’allora ventitreenne Orson Welles che descriveva uno sbarco degli alieni sulla terra, rimane una delle chiavi fondamentali per aprire il cassetto della radio dove trovare gli attrezzi e cercare di interpretare la sua funzione, le sue continue suggestioni, i sogni e le sue molteplici declinazioni. Un giovane e straordinario Orson Welles prese per mano una parte degli Stati Uniti e, in pochi minuti, l’accompagnò verso momenti di terrore collettivo. Gli alieni stavano sbarcando sulla terra e la parola lasciata all’etere di un giovanissimo convinse che fosse tutto vero.

La decisione dell’Unesco di proclamare il World Radio Day, il 13 febbraio di ogni anno, è il tributo della comunità ad uno strumento che ha accompagnato annunci indimenticabili, momenti di formazione collettiva, letture di classici, interviste memorabili, promozione musicale continua.
Ogni tipo di retorica sulla funzione della radio lascia il passo ad una realtà che si rinnova, giornalmente e senza interruzione. «La radio era data per spacciata, ma rimane un modo democratico di esprimere un pensiero. Deve sempre toccare il cuore degli ascoltatori». Mimmo Orlando, 67 anni, storico speaker delle prime trasmissioni radiofoniche di Radio Norba negli anni ‘70, conserva intatta la passione che manifesta ancora dai microfoni di emittenti per le quali lavora. Rappresenta forse il lato più romantico dell’impegno radiofonico ma non rinuncia al tuffo nei ricordi dei momenti più salienti e che ne fecero un riferimento per giovani e non solo.
«Fare radio significa anche scavare nella vita degli altri, soprattutto quando si riesce a creare un contatto con chi ti sta ascoltando. In uno scambio di opinioni, sensazioni e sentimenti. Uno dei ricordi straordinari che conservo è legato ad una trasmissione che conducevo per Radio Norba nel giorno di Natale. Ricevemmo una telefonata da una casa circondariale ed un detenuto, cui era stato concesso di chiamare l’emittente – spiega Orlando – volle quasi scusarsi con me e con tutti di ciò che lo costringeva alla detenzione. Voleva salutare e augurare alla sua mamma un Buon Natale. Lo voleva fare attraverso la radio perché quegli auguri erano tra due persone, ma valevano per tutti e quel sentimento filiale voleva condividerlo».
Radio d’intrattenimento, programmi cosiddetti leggeri ma anche radio come aggregazione di gruppi a salvaguardia della cultura della legalità. Se c’è una cosa che la radio esprime, è la sua capacità di saltare di argomento in argomento senza che nessuno possa ritenersi escluso. La pietra miliare posta da Peppino Impastato con Radio Aut, continua a far parlare di se. La mafia come “montagna di merda” è un segno indelebile dell’impegno civile espresso attraverso l’etere che da Cinisi, in Sicilia, raggiunse e indispettì l’organizzazione mafiosa che non ignorò, come è noto, il potere della parola di colui che stava sfidando quella montagna. Danilo Sulis era un collaboratore di Peppino Impastato e, da allora, con un pensiero fisso. «Forse se non gli avessi fornito la strumentazione per mettere su la radio…». Ma oggi quell’esperienza continua, Radio Aut si è trasformata nel tempo in Radio 100 passi. Una web radio che fa informazione a trecentosessanta gradi e lavora molto sulla cultura in generale. «Era questo il pensiero di Peppino, approfondire culturalmente per cambiare le cose – aggiunge Danilo Sulis – e per questo abbiamo scelto il web, per arrivare dove le mafie investono il proprio capitale a partire dall’Europa dell’est». Radio 100 passi è un esempio di come intorno all’idea dell’informazione si possano concentrare le attenzioni del mondo dell’associazionismo, dall’associazione Libera ad Amnesty International fino a Legambiente. Ma la declinazione più importante è riferita al mondo della scuola sempre attratta dalla cultura della legalità. E Danilo Sulis, con Giovanni Impastato e la storia di una piccola emittente che si portano sempre accanto, sono diventati i testimonial di un’esperienza che dura ormai da quarantaquattro anni, partita da Cinisi dove oggi ha sede legale Radio 100 passi.
La radio come servizio, una radio web istituzionale gestita nei contenuti dagli studenti. È Radio Uniba, con sede nell’Università di Bari. «Una web radio ad uso e consumo degli studenti, con giornali radio quotidiani, ricco palinsesto con ascolti maggiori nelle ore pomeridiane». Mario Colonna è il responsabile di Uniba del settore comunicazione e fotografa la funzione della radio universitaria, una delle più seguite tanto da attirare l’attenzione del colosso Radio Capital prima del lockdown. Uno studio dotato di tecnologie all’avanguardia e che funge da palestra per gli studenti di Scienze della comunicazione e non solo. «Dal 2018 sono passati in radio attori, cantanti, rappresentanti istituzionali da Ermal Meta a Laura Boldrini». L’Unesco ci ha visto giusto, festeggiare la radio con tutti i protagonisti di radio nazionali, locali, web radio e universitarie, riesce a dare la dimensione di un fenomeno che, a dispetto delle previsioni, si può considerare in crescita e in continua evoluzione.

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