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Imprenditoria femminile: «Per le donne scarseggiano le condizioni che permettono di mettersi in proprio»

Antonella Sasso è una giovane imprenditrice materana che dal 2020 è a capo di Fipe Donna per la città di Matera e Provincia, organizzazione che si pone l’obiettivo di approfondire le politiche relative all’imprenditoria femminile. Numerosi, infatti, sono stati i progetti presentati con il gruppo lucano in questi mesi, nonostante le difficoltà organizzative causate dal Covid-19.

Antonella, cos’è Fipe Donna? Quali sono le vostre linee di intervento?
«Il gruppo è l’espressione unitaria delle imprenditrici associate alla Fipe – Confcommercio, che operano nel settore dei Pubblici Esercizi. Guidate dalla nostra presidente Valentina Picca Bianchi, ci occupiamo dello sviluppo delle politiche relative all’imprenditoria femminile. Le nostre principali linee di intervento comprendono la promozione della crescita professionale e la formazione delle donne imprenditrici dei pubblici esercizi, l’adozione di ogni iniziativa al fine di conseguire l’obiettivo dell’equilibrio di genere e la tutela della effettiva realizzazione della parità tra uomini e donne».
Qual è la situazione delle donne imprenditrici nel materano?
«Il dato su cui bisogna riflettere in terra lucana è legato alla difficoltà da parte delle donne di fare imprese, dal momento che scarseggiano le condizioni ideali per poter intraprendere un percorso di questo genere. Faccio riferimento a tutti quei servizi, definiti politiche di welfare, atti a creare le condizioni affinché la donna possa avere le stesse possibilità di un uomo per scegliere di avviare un’attività in proprio».
Avete presentato a Matera il progetto #SicurezzaVera. Di che si tratta?
«Si, è un protocollo d’intesa sulla diffusione della cultura di genere in collaborazione con la Polizia di Stato. Il progetto intende far divenire i pubblici esercizi dei presidi di sicurezza a difesa delle donne e promotori della cultura di genere, incrementando i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi, connessi a forme di violenza di genere. Il progetto darà centralità ai Pubblici Esercizi riconoscendoli come punto di riferimento e luogo sicuro e, allo stesso tempo, rafforzando la sicurezza all’interno dei locali stessi. Al centro ci saranno le iniziative informative e formative per diffondere la conoscenza delle tematiche relative alla cultura di genere e alla violenza basata sul genere, grazie al contributo attivo della Polizia di Stato. Matera è tra le prime 20 città pilota del progetto».
Di cosa c’è bisogno attualmente?
«C’è bisogno di ulteriori aiuti e sostegni rispetto ai quali il governo nazionale è fortemente in ritardo, visto che il decreto è stato approvato solo a fine gennaio. Siamo ancora in piena emergenza, dal momento che c’è anche la comprensibile paura di frequentare i locali e, di fatto, la stagione invernale ha subito dei fortissimi rallentamenti, non discostandosi molto dall’anno scorso, pur non avendo avuto delle chiusure obbligate. A questo si aggiunge la crisi energetica con il conseguente spropositato aumento delle bollette verso le quali il governo regionale ha l’obbligo di intervenire».
Progetti per il futuro?
«Siamo impegnate per organizzare i prossimi passi operativi di #sicurezzavera e delle iniziative specifiche per la giornata dell’8 Marzo. Nelle prossime settimane lavoreremo anche per organizzare momenti di confronto pubblico, forum, seminari di studio e iniziative similari su temi economici e sociali, su problematiche dell’imprenditoria femminile e su istituzioni di generale interesse, nazionale, europeo e internazionale».

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