Con la stampa della Positio super virtutibus è stato fatto un importante passo avanti verso la beatificazione di fra Daniele da San Giovanni Rotondo, religioso laico dei frati minori cappuccini della Provincia monastica Sant’Angelo e Padre Pio. Il percorso di fra Daniele verso l’onore degli altari era iniziato con il titolo di Servo di Dio diciotto anni dopo la sua morte, avvenuta il 6 luglio del 1994.
In questi dieci anni dall’inizio della fase diocesana del processo, è stata raccolta e sintetizzata la documentazione raccolta durante l’inchiesta cognizionale, costituita con lo scopo di condensare gli elementi essenziali di documenti e testimonianze, al fine di provare l’esercizio eroico delle virtù teologali e cardinali, dell’umiltà e dell’osservanza dei voti religiosi di fra Daniele (nella foto con Padre Pio tratta da amicidifradaniele.it).
La Positio, composta da oltre 700 pagine, contiene le parti introduttive, il Summarium Testium, Summarium Documentorum, la Biografia documentata, l’Informatio (dimostrazione ragionata sulle virtù vissute da fr. Daniele), una sezione iconografica, la Relazione della Commissione storica, il Voto dei censori teologi espresso nella fase diocesana sugli scritti del candidato alla beatificazione e la Declaratio de non cultu sulla tomba.
Ora la Positio sarà consegnata alla Cancelleria della Congregazione delle Cause dei Santi per essere studiata dalla Commissione dei censori teologi. Superata la loro valutazione, si passerà al giudizio del Congresso dei cardinali e dei vescovi della Congregazione.
In caso di voto positivo da parte di questi ultimi, si chiederà al Papa la firma del decreto sulla eroicità delle virtù, che concede al servo di Dio il titolo di “venerabile”.
Quarto di sette figli, fra Daniele, al secolo Michele Natale, è nato a San Giovanni Rotondo l’11 marzo 1919 da Berardino e Angelamaria De Bonis, coltivatori e pastori. Fin da piccolo Michelino ha imparato a riconoscere i segni della povertà e della sofferenza nei volti dei contadini e dei pastori. Immagini che resteranno impresse nel suo cuore e che plasmeranno il suo carattere, particolarmente sensibile verso quanti vivevano in ristrettezze economiche.
Vivace e allegro con tutti, Michelino iniziò regolarmente gli studi ma non poté arrivare oltre la terza elementare, dovendo aiutare la famiglia nel lavoro dei campi e lavorando come pastorello presso la masseria Napoletano-Giuliani, a metà strada tra San Giovanni Rotondo e Cagnano Varano. Ed è qui che con un amico vede più volte un grande uccello bianco posarsi vicino e un fascio di luce luminosa proveniente da San Giovanni Rotondo sopra di loro. Fra Daniele spiegherà questo fenomeni come segni della bontà del Signore ed espressioni della protezione di Padre Pio.
La sua vocazione arrivò in modo speciale all’età di 14 anni, nella notte tra il 12 e il 13 maggio, quando sentì la voce di Gesù che lo invitava a seguirlo nell’Ordine dei frati minori cappuccini.
Prima di partire per il seminario serafico di Vico del Gargano, Michelino passò per il convento di San Giovanni Rotondo. Era il 4 giugno 1933, festa della Pentecoste. Qui incontrò Padre Pio che dopo aver posato la mano piagata sulla testa lo benedì dicendo: «Auguri, figlio mio». Fra Daniele volle rimanere semplice fratello laico: «Sono entrato in convento per farmi santo e ho appreso dalla vita di san Corrado che non è affatto necessario diventare sacerdote per arrivare ad essere santo», aveva detto al suo provinciale, padre Bernardo d’Alpicella. Il 25 marzo 1935, iniziò il noviziato a Morcone con il nome di fra Daniele e il 2 aprile dell’anno seguente si consacrò al Signore confermando definitivamente questa scelta il 12 maggio 1940.
In fraternità ha svolto i compiti di cuoco, questuante, portinaio, telefonista e sacrista nei conventi di San Giovanni Rotondo, Vico del Gargano, Isernia e Cerignola.
Ricoverato in Casa Sollievo della Sofferenza per un tumore alla vescica, prima dell’intervento disse al chirurgo: «Professore, fa’ pure quello che ritieni opportuno, non troverai nulla, perché è già intervenuta la Madonna». Così infatti avvenne.
Dopo la morte di Padre Pio, fra Daniele si dedicò ai Gruppi di Preghiera, in Italia e all’estero. Nonostante il suo stato laicale, parroci e vescovi gli consentivano di tenere conferenze e, ogni volta, chiese e sale erano insufficienti a contenere quanti volevano ascoltare le sue parole. Lui, però, non si stupiva. Ricordava bene, infatti, ciò che gli aveva detto il suo santo confratello Padre Pio: «Dove stati tu, starò anch’io. Dove vai tu, verrò anch’io».