La più grande rapina della storia

Era ora! Regioni e alcuni parlamentari del Sud si oppongono alla proposta del ministro leghista Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata: è la più grande rapina di sempre a danno di quelle Regioni più povere, da parte delle più ricche (arricchite da investimenti pubblici squilibrati a loro favore e dalla spesa storica, ovvero più soldi a chi sta meglio, meno a chi sta peggio). Dinanzi alla levata di scudi, Calderoli degrada ad “appunti” il suo piano (stilato su misura sartoriale per gli appetiti del veneto Luca Zaia). Ma aveva promesso l’autonomia al Nord entro Natale.

Breve ri-resoconto: l’autonomia differenziata consiste nel trasferimento, dallo Stato alle Regioni, di competenze e relative risorse, ovvero servizi da fornire ai cittadini (dalla sanità a trasporti, scuola, protezione civile, eccetera, per ufficialmente 23 temi: in realtà, con le loro estensioni, circa 170). Apparentemente, cambierebbe poco: se si deve dare una matita che costa un euro a ogni studente italiano, invece di comprarla Roma, la compra la Regione. Ma le Regioni predatorie avevano legato il costo della matita al gettito fiscale del territorio. Così una Regione tre volte più ricca di un’altra, per la matita da un euro, avrebbe ricevuto tre euro: due rubati ai più poveri. La cosa (accordo del 2018 del governo Pd Gentiloni con Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) suscitò le proteste di qualche movimento meridionalista e poco più del silenzio da parte di parlamentari e presidenti del Sud, ma la manovra fu bloccata.

Il progetto Calderoli-Zaia fa a pezzi i principi della Costituzione in nome della Costituzione: nel 2001, il governo Pd, per compiacere la Lega, stupra la Carta con la riforma del titolo V e apre la porta alla possibilità che i diritti dei cittadini italiani non siano gli stessi per tutti, ma calibrati sulla ricchezza dei territori.

La riforma diceva anche che si dovessero prima stabilire e garantire i Lep, uguali per tutti gli italiani. Ma, in 22 anni, tutti i governi se ne sono fregati, ma si adoperano, dal 2018, per assicurare i privilegi chiesti dalle Regioni ricche.

Il vergognoso progetto di Calderoli-Zaia intanto prevede la partenza dei privilegi ai ricchi; quanto ai diritti per tutti, se entro un anno non si varano, si torna alla spesa storica. Ovvero quella secondo cui, per famiglie, bambini, anziani in difficoltà, disabili, lo Stato italiano spende quasi 600 euro pro-capite a Bolzano e cento volte meno, solo 6, a Vibo Valentia; o si finanziano 66 asili nido a Reggio Emilia e 3 a Reggio Calabria; o fa l’alta velocità, con i soldi di tutti, per 400 treni al giorno fra Milano e Torino, e a Matera non arriva ancora il treno. Insomma: con l’autonomia differenziata si vuole rendere costituzionale il diritto del Nord ad avere di più e dare a quelli del Sud, meno della metà di quanto spetta, secondo la legge per la perequazione (guidava i lavori il ministro Giorgetti, lo stesso che, a capo dello Sviluppo nel governo Draghi, assegnò al Sud la quota più bassa in assoluto dei fondi Pnrr, 24%, contro il pur riduttivo 40 stabilito dalle norme italiane e il 70 che dai criteri europei).

Se non bastasse, nel progetto di Calderoli e Zaia, il Parlamento non avrebbe diritto a dire la sua su quanto concordato da loro; una commissione potrebbe esprimere parere non vincolante (quindi, nullo) e il Parlamento dire solo sì o no, senza alcun potere di intervento sul testo. L’unica certezza è che il progetto leghista (ma appoggiato da buona parte del Pd) aumenterebbe le disuguaglianze interne. Ma l’Italia è già, in molti campi, il Paese più ingiusto del mondo sviluppato. Gli studiosi delle disuguaglianze avvertono che, storicamente, quando queste superano un certo livello, di solito vengono ridotte con rivolte, terrorismo, colpi di stato. Nessuno pensa che questo accada davvero, finché non succede. Finalmente, i presidenti delle Regioni del Sud, specie De Luca ed Emiliano, si sono detti contrari all’autonomia e, in questo, si sono portati appresso il Pd. Sul tema, Giorgia Meloni è sempre stata contraria o almeno freddina e Forza Italia si è tenuta furbescamente ai margini. Un paio di presidenti meridionali di Regione (specie il calabrese Occhiuto), si dicono favorevoli a forme non meglio specificate di autonomia: non hanno capito niente. Ora la frontiera da difendere è: prima i Lep; soltanto dopo si discuterà di autonomia e comunque, basta, dopo 161 anni, con la spesa storica squilibrata che ha creato la questione meridionale, ovvero un Paese diviso in due.

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