Trust immobiliare, Luciano Quaggia: «Uno strumento affidabile»

Il Trust ha rappresentato lo strumento giuridico capace di garantire ai fruitori concreti vantaggi nella pianificazione e ottimizzazione patrimoniale, al contempo fornendo una cornice legale tanto sicura quanto flessibile di protezione degli asset. L’istituto può essere adattato in modo “sartoriale” alle più svariate esigenze. Quello che soltanto qualche decennio fa era una prerogativa di pochi, ingenti e complessi patrimoni, oggi diviene sempre più frequentemente uno strumento accessibile e diffuso, forte dell’attrattività che deriva dall’affrontare con serenità e lungimiranza le sfide future. Un richiamo ulteriormente esaltato da un regime fiscale favorevole che permette, quando il trust è istituito da consulenti esperti, una legittima ottimizzazione dell’intera sfera fiscale dei soggetti coinvolti. È ricorrente oggi assistere alla progettazione di trust in risposta a specifiche esigenze familiari o professionali, a salvaguardia del patrimonio aziendale o a tutela di soggetti minorenni, fragili o inabili. Ma anche con la finalità di gestire fondi destinati a scopi benefici, che possano superare la vita del soggetto disponente senza gravare sulla sua liquidità immediata.

Gli scopi

Uno degli scopi principe, soprattutto in Italia, rimane la conduzione e la protezione del patrimonio immobiliare. Attraverso il trust è infatti possibile segregare la proprietà di immobili in una struttura che ne garantisca una gestione professionale, idonea ad assicurare che vengano mantenuti, valorizzati o trasferiti ai beneficiari designati secondo principi di efficienza, in accordo alle direttive impartite dal disponente. Il trust si caratterizza per l’ampia e libera definizione dei criteri connessi alla devoluzione degli immobili in favore dei beneficiari, ferma la certezza che ogni proprietà venga assegnata in coerenza alle volontà del disponente secondo ottiche di pianificazione successoria, mirate, ad esempio, alla prevenzione di situazioni di conflitto tra eredi. Ovvero il trust potrà incaricarsi della regolare distribuzione, dei redditi scaturenti dall’attività locatizia cui eventualmente assolva in forma autonoma. La flessibilità si manifesta anche nella possibilità di includere clausole specifiche volte a regolamentare l’uso e la fruizione degli immobili, quali l’istituzione di vincoli di destinazione e di usufrutto, che consentano al disponente di mantenere un controllo indiretto sugli asset e garantiscano che questi siano utilizzati secondo le sue disposizioni anche dopo la sua scomparsa.

Le conclusioni

L’adozione di un trust in Italia è una scelta strategica per chi cerca non solo di proteggere il proprio patrimonio, ma anche di assicurare che questo venga gestito con professionalità e lungimiranza. Con la giusta strutturazione, il trust può diventare un caposaldo contro le incertezze del futuro, proteggendo i beni e gli interessi del disponente e dei suoi beneficiari per le generazioni a venire.

Luciano Quaggia è notaio

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