L’azione “GENEREinCOMUNE” tra ambizioni e criticità

L’impegno della Regione Puglia nella lotta al contrasto di divari di genere ormai radicati non si arresta nell’adozione della c.d. Agenda di Genere, strumento di programmazione strategica, agendo altresì nella direzione di promuovere presso il sistema dei Comuni la medesima cultura di genere, nonché creare condizioni favorevoli per la strutturazione o il potenziamento di azioni di sistema efficaci al fine dell’integrazione trasversale dei principi di pari opportunità. In linea con le politiche e gli interventi già esaminati, la realtà pugliese intende individuare, mediante procedura selettiva valutativa con graduatoria, un numero ingente di progetti sperimentali (pari a sessanta), presentati dai Comuni pugliesi interessati.

All’Avviso pubblico possono rispondere i Comuni in forma singola o associata (sino ad un massimo di cinque) che, alla data di presentazione dell’istanza di contributo, abbiano approvato il progetto elaborato e l’eventuale formalizzazione dell’intento di associarsi. Per ogni progetto è ammesso un solo contributo (pari a 6.000,00 euro), la cui erogazione avviene in modalità frazionata. L’azione “GENEREinCOMUNE”, che vede Regione Puglia e Anci Puglia cooperare in modo sinergico per fornire agli enti locali un supporto strategico e operativo con l’intento di promuovere la diffusione delle politiche di genere nelle azioni di governo territoriale, implica la trattazione dei seguenti aspetti: l’effettiva efficienza di organi ed uffici di parità interni al sistema amministrativo; la crescita di una coscienza comune in materia di parità di genere a livello territoriale. Relativamente al primo aspetto, l’Avviso pubblico ammette tra i beneficiari i Comuni pugliesi che abbiano già formalmente istituito ovvero previsto normativamente appositi organi ed uffici di parità, volti a promuovere la formazione e/o aggiornamento professionale e a stimolare l’adozione di azioni di sistema.

Tra di essi rientra la Commissione per le Pari Opportunità, individuata quale strumento operativo dai Comuni al fine di garantire parità a tutti i cittadini di ambedue i sessi e di compiere azioni positive per valorizzare la figura femminile nella gestione della vita della comunità e per favorire l’equilibrio delle rappresentanze ai sensi dei rispettivi Statuti.

La necessità di riservare particolare attenzione a tale organismo permanente interno all’amministrazione comunale prende le mosse dalle funzioni conferite allo stesso che, pur distinguendosi a seconda della diverse realtà, sfociano nella volontà di contribuire alla concreta attuazione dei principi di uguaglianza e di parità fra tutti i cittadini così come sancito dall’art. 3 della Costituzione.

A livello regionale, si registra uno squilibrio in relazione all’operato assolto negli ultimi anni dalle Commissioni per le Pari Opportunità dei diversi Comuni pugliesi: mentre taluni organismi permanenti risultano particolarmente attivi nella realizzazione di iniziative volte a contrastare le disparità di genere, altri invece sembrano agire soltanto in specifici frangenti. La trattazione della questione femminile meridionale implica una presenza costante ed un ventaglio di interventi diretti a rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale, culturale e istituzionale, intervenendo sui modelli culturali e sociali di genere. Oggi, preme affrontare i temi dell’uguaglianza e della lotta contro le discriminazioni nella ferma consapevolezza di dover invertire la rotta, nonché di fare crescere uno spirito di solidarietà che induca ad un cambiamento definitivo; le ingenti conseguenze scaturite dalla pandemia devono indurre a riflettere seriamente sulla reale condizione dei “diritti”, specialmente dei diritti delle donne.

Infine, con riferimento al secondo aspetto, quella denominata “GENEREinCOMUNE” si sostanzia anche in una azione di promozione e diffusione della cultura di genere, nonchè in una presa di coscienza sull’importanza di difendere i “diritti” a livello locale. La parità di genere, dunque, diviene un elemento imprescindibile per la crescita di un territorio, che non ammetta differenze e valorizzi le potenzialità di ogni individuo. La realizzazione del benessere di una comunità, infatti, dipende necessariamente dallo sviluppo delle capacità delle donne e degli uomini appartenenti ad un dato territorio. In tale senso, vi è chi ritiene che l’uguaglianza di genere sia collocata all’interno dello sviluppo umano, inteso come “uno spazio sociale, agito da uomini e donne, dotati di molteplici capacità che richiedono risorse, diritti, libertà per essere formate ed effettivamente utilizzate in funzionamenti sociali […]. L’attenzione viene posta in ciò che uomini e donne fanno e sono, piuttosto che in ciò che hanno”. Le predette considerazioni riportano al reale problema rimasto ancora irrisolto, ossia quello dell’irragionevole atteggiamento di indifferenza assunto nei confronti delle donne a livello locale, che si concretizza nella perifericità della presenza femminile.

Dott.ssa Luana Leo
Dottoranda di ricerca in Diritto Costituzionale, Università Lum “Giuseppe De Gennaro”

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