L’incontro nelle stanze della Regione quel 25 giugno 2019 non fu l’unico fra l’Arevà Ingegneria srl e i rappresentanti del “gruppo occulto” che, secondo la Procura di Bari, avrebbe gestito per anni gli appalti relativi alla mitigazione del rischio idrogeologico in Puglia.
Dopo quello di giugno, che è costato l’iscrizione nel registro degli indagati per tentata induzione indebita a dare o promettere utilità a tre persone (il direttore dell’Asset Puglia e soggetto attuatore per il Commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia, Elio Sannicandro, l’allora assessore all’ambiente Giovanni Stea e il penalista barese Salvatore Campanelli, in qualità di consulente amministrativo e legale per il supporto al Rup per il Fondo di progettazione per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico) e che non portò al risultato sperato, ce ne fu un altro.
Il 17 luglio, tre settimane e numerose sollecitazioni dopo, l’ingegner Gianmario Conforti (direttore dei lavori dell’Arevà) incontrò in un bar della stazione di servizio di fronte al campo sportivo di Adelfia l’avvocato Campanelli. In quell’occasione, racconta il tecnico ai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, l’Arevà lamentò difficoltà per un altro cantiere, oltre quello di Corato per il quale erano già sorte controversie. E cioè quello di Grumo, dove la struttura commissariale avrebbe creato una serie di problemi e la rescissione del contratto per inadempienza.
«Era una mera invenzione – dice Conforti agli inquirenti – Una conseguenza del fatto che nel precedente incontro non ci eravamo piegati alle loro richieste. Campanelli mi disse che dovevamo fare una transazione, dovevamo “togliere tutte le cause”».
E si riferiva, secondo la denuncia (condivisa dalla Procura) al ritiro della denuncia nei confronti di Daniele Sgaramella, funzionario regionale accusato di falso materiale e soppressione, distruzione e occultamento di atti. Per i pm Claudio Pinto e Savina Toscani, avrebbe fatto sparire una relazione a strutture ultimata redatta il 17 gennaio 2018 da Conforti e relativa al Comune di Corato, sostituendola con un’altra contraffatta nei timbri e nelle firme ed alterata nel contenuto.
In particolare avrebbe sostituito la parte relativa alla realizzazione di un serbatoio prefabbricato in cemento armato e le certificazioni allegate alla relazione. Il funzionario, in quella fase, era assistito legalmente proprio da Campanelli che così, in quella circostanza, avrebbe ricoperto il duplice ruolo. Per questo il legale oggi è indagato anche per violenza privata.
«Sgaramella voleva che omettessimo nella nostra relazione il fatto che la Toto srl avesse realizzato un serbatoio interrato». Motivo, secondo la Procura, per procedere alla rescissione del contratto per inadempienza con l’Arevà, incaricata di controllare l’operato della Toto. «Durante una riunione negli uffici regionali – racconta ancora Conforti – fui minacciato sia da Sgaramella che da Campanelli. Quest’ultimo mi disse che aveva rapporti con tutta la criminalità organizzata e che se non avessi provveduto a ritirare la denuncia su Sgaramella, mi avrebbe mandato i mafiosi».