Corruzione, truffa e reati tributari: arrestati l’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio e il fratello Enzo – VIDEO

Corruzione, truffa, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti sono le accuse, contestate a vario titolo, a carico di sette persone, residenti a Bari e provincia, destinatarie di altrettante misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza.

In carcere è finito Cosimo Napoletano, agli arresti domiciliari i fratelli Enzo e Alfonsino Pisicchio (dimessosi nel pomeriggio dal vertice dell’Arti, l’agenzia regionale per l’Innovazione), Francesco Catanese e Giovanni Riefoli, divieto di esercitare la professione per un anno nei confronti di Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa.

La gip Ilaria Casu ha rigettato le richieste della Procura nei confronti di Gianfranco Chiarulli, Vincenzo Rinaldi, Giovanni Vinci (per mancanza di esigenze cautelari), per Raffaele Boccardo, Saverio Friuli, Giacoma Punzo e Diego De Fecondo (per difetto della gravità indiziaria)

Corruzione, truffa e reati tributari: arrestati Alfonso Pisicchio e il fratello Enzo


È, inoltre, in corso il sequestro dei beni nella disponibilità di due degli indagati per un valore complessivo di circa 800mila euro.

L’operazione arriva a seguito di alcune dichiarazioni rese da un dirigente pubblico. Le indagini sono state condotte attraverso l’analisi di tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni, riscontri documentali, escussioni in atti e accertamenti patrimoniali.

Stando a quanto emerso dalle indagini Napoletano, broker assicurativo, avrebbe predisposto polizze fideiussorie false a beneficio di imprenditori richiedenti l’autorizzazione allo svolgimento di attività estrattiva nelle cave. Le polizze false sarebbero state utilizzate anche da altre due società in procedimenti amministrativi per ottenere finanziamenti erogati dalla Regione Puglia nell’ambito di programmi di investimento e di agevolazioni alle imprese.

Dalle indagini, inoltre, sarebbe emersa la turbativa della gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto alla gestione e riscossione volontaria e coattiva della Tarsu/Tares/Tari, dell’Ici/Imu, aggiudicata nel settembre del 2019, con un importo a base d’asta di oltre 5,5 milioni di euro.

In questo contesto, sarebbero inoltre emerse condotte corruttive, poste in essere da pubblici ufficiali in concorso con privati, funzionali a favorire un Raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti), risultato poi vincitore.

Più in dettaglio, il Rup avrebbe curato la predisposizione del bando confezionandolo ad arte in modo da attribuire un minor peso all’offerta economica rispetto a quella tecnica, ricevendo in cambio da un imprenditore barese l’utilità rappresentata dall’assunzione della moglie.

Inoltre, un componente della commissione di gara avrebbe ottenuto analoga promessa per il figlio con l’intermediazione dei fratelli Pisicchio, a loro volta destinatari di ulteriori utilità dall’imprenditore (denaro, assunzioni, promesse di assunzioni ed il finanziamento illecito al partito), per l’opera di intermediazione svolta consistita, tra l’altro, nell’assicurare ed agevolare lo scambio di informazioni sensibili sulla procedura.

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