Mannaggia alla musica. Potrebbe suonare come un’imprecazione qualunque, se non fosse anche il titolo di una canzone di Francesco De Gregori. Ed è proprio con “Mannaggia alla musica” che lo scorso venerdì il cantautore ha aperto il suo concerto sul palco di Natale nelle Grotte, evento nell’ambito del calendario della manifestazione Piazze d’Inverno, che vede insieme il Comune di Castellana Grotte e la società Grotte di Castellana srl.
Più di un concerto
Caverna della Grave, Grotte di Castellana. La serata è fredda e dice «inverno». L’evento è sold out e, lentamente, le quasi 300 sedie disposte di fronte al palco iniziano a essere occupate. Sono le 21.20 quando, tra il mormorio del pubblico, si alza un applauso. Poi un boato. È arrivato il Principe. Cappello marrone a falda larga, un dolcevita sotto il North sails e gli occhiali scuri. Con un ingresso a sorpresa, passando attraverso la platea, si dirige sul palco accanto al maestro Carlo Gaudiello, che lo accompagnerà al pianoforte. Musica.
La scaletta
«Stasera voglio cantare qualche brano meno conosciuto tra quelli che ho scritto, ma non preoccupatevi, ci saranno anche i più famosi». Così De Gregori – in versione un po’ nostalgica – presenta la scaletta del concerto che includerà tante canzoni d’amore. Canzoni melanconiche, per cuori in subbuglio. E via con “Atlantide”, una delle ballate più belle uscite dalla sua penna, con quell’uomo “diventato un grosso suonatore di chitarre” che “stravede per una donna chiamata Lisa”. Alla traccia saltata fuori dall’album Bufalo Bill – il più americano dei suoi dischi influenzati dalla musica americana -, seguono un omaggio all’amico Paolo Conte e una commovente “Pezzi di vetro”. A 50 anni dall’uscita dell’album “Rimmel” – che contiene proprio “Pezzi di vetro” – il Principe racconta al pubblico questa canzone amara, una bustina da tè intinta nella tristezza. «Ero a Piazza Navona con la mia fidanzata del tempo, c’era un giovane artista di strada che si esibiva a torso nudo, lei lo ha visto e mi ha detto “guarda che bello quel ragazzo”. Mi sono ingelosito, e qualche tempo dopo è venuta fuori questa canzone». Per tutti quelli che il cantante lo seguono da sempre, lui schivo, lui riservato, lui che “Pablo è vivo, ma non chiedetemi chi è Pablo”, non poteva esserci regalo di Natale più bello che scoprire la piccola storie dietro una delle gemme preziose del suo repertorio.
Un tesoro da preservare
E ancora, tra le altre, “Generale”, “Falso movimento”, “Sempre e per sempre” e una “Rimmel”, in cui l’armonica del cantante squarcia l’aria densa d’umidità nella Grotta. Un’ora e un quarto, saluti e baci, il Principe se ne va. Una notte da vivere a occhi chiusi, da sentire anche più che da guardare. Una di quelle notti che ti mettono in contatto stretto con la Bellezza. Una notte in cui dire «buonanotte, e grazie».