Derisa e insultata davanti ai compagni di classe, proprio all’indomani del monologo con cui Checco Zalone, dal palco del festival di Sanremo, ha tentato di stigmatizzare l’ipocrisia dell’italiano medio nei confronti delle persone che cambiano sesso. Protagonista della vicenda è una ragazza trans che ieri si è rivolta a una psicologa dopo essere stata ingiuriata da un gruppo di ragazzi all’ingresso di una scuola barese.
A denunciare l’accaduto è Mixed Lgbti, associazione in prima linea per l’uguaglianza di genere e per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e, appunto, transessuali. Il sodalizio ha raccolto la segnalazione lanciata da una psicologa pugliese che ha riferito la triste vicenda di cui è stata protagonista una sua giovane assistita. Poco prima di entrare a scuola, la ragazza trans è stata schernita e offesa da un gruppo di ragazzi che, improvvisando un accento brasiliano proprio come aveva fatto Zalone poche ore prima dal palco dell’Ariston, le hanno detto: «Sciao, belo, hai visto il festival ieri?»
L’episodio ha provocato un’immediata levata di scudi da parte delle associazioni, Mixed Lgbti in testa. Non solo perché l’Italia, pochi mesi fa, ha visto naufragare il tentativo di dotarsi di una legge contro l’omotransfobia, dopo che il ddl Zan è miseramente naufragato in Parlamento. Ma anche e soprattutto perché Checco Zalone – nome d’arte di Luca Medici – è pugliese doc. Sul palco dell’Ariston, il cantante e attore si è esibito in un monologo che, secondo associazioni come Mixed Lgbti, ha urtato la sensibilità della comunità lgbtqi+ e di chi da anni si batte per parità di diritti tra persone di generi diversi. «Chi ride degli oppressi non potrebbe mai far loro un favore – scrivono i vertici di Mixed Lgbti in una nota – e non potrebbe mai raggiungere uno scopo sociale se prende di mira le categorie sbagliate, quelle ancora marginalizzate. E se non scrive abbastanza bene la propria favola moderna da rendere chiaro che la critica fosse rivolta ai violenti. O forse la scrive così bene da assicurarsi il plauso della maggior parte degli italiani, pronti ad accusare le persone derise di non capire l’ironia. Il danno e la beffa, come sempre».