Turismo, parla Marina Lalli: «In Puglia torneremo ai dati del 2019. L’aumento dei prezzi? È inevitabile»

«È una estate importante per il turismo. Il tema della mancanza di manodopera non è stato risolto ma il problema più importante sono i rincari. Ci aspettiamo comunque numeri vicini a quelli del 2019, prima della pandemia, magari allungando fino al termine di settembre la stagione». Marina Lalli, presidente nazionale di Federturismo-Confindustria, commenta positivamente la stagione estiva per la Puglia e la Basilicata, così come tutti gli indicatori e i primi dati sulle prenotazioni confermano. L’attrattività, in particolare, delle coste lancia la Puglia ai primissimi posti tra le mete più ambite. Una ricerca di Assoviaggi-Confesercenti la indicava in testa tra le scelte degli stranieri che vogliono venire in vacanza al mare in Italia (seguita da Sardegna e Sicilia). L’ipotesi di fare gli stessi numeri di prima della pandemia, se non di migliorarli, non è una utopia.

Presidente, non temete che un’inflazione così alta stia condizionando i turisti?

«Sia per i servizi balneari che per quelli alberghieri i rialzi dei prezzi sono inevitabili. Purtroppo è una condizione che stiamo vedendo in tutti i settori, non solo nel turismo. È chiaro che se una impresa si rifornisce a costi più alti dovrà poi far ricadere il tutto a cascata. C’è da dire, però, che erano anni che non si rivedevano al rialzo i listini del settore e gli imprenditori hanno fatto i salti mortali per tenere bassi i costi. Con un rialzo così forte dell’inflazione, però, aumentare i prezzi diventa inevitabile. Ciò non toglie che siamo consapevoli del fatto che questo crei un problema al turista».

Cosa potrebbe succedere?

«Potrebbe convincersi a soggiornare per meno tempo e quindi che la permanenza media si accorci, proprio mentre in Puglia stiamo lavorando affinché avvenga il contrario. Aumentare anche di un solo giorno una vacanza vuol dire incrementare notevolmente i guadagni per tutto il territorio».

C’è il rischio che diventi un luogo di villeggiatura solo per pochi fortunati?

«Siamo ancora un territorio economico se si fa il confronto con altre aree del Paese e all’estero. Non dobbiamo solo pensare alle località più note, dove è inevitabile che i prezzi siano più alti a fronte di servizi che puntano a un target elevato. Ci sono tante piccole realtà che non sono ancora state scoperte del tutto dal turismo di massa. Lì c’è modo di risparmiare».

Circa un anno fa era diventata una impresa assumere bagnini. È ancora così complicato trovare manodopera nel settore turistico?

«C’è una minore attitudine al lavoro rispetto al passato. È come se le persone non fossero più disposte a sacrificare le proprie abitudini. Chi si propone per trovare un lavoro lo fa generalmente specificando di essere disponibile solo part-time, oppure di non volere lavorare nei week end o la sera».

Secondo lei ha influito la pandemia?

«Può darsi. Sembra come se si sia confuso lo smart working con il modo tradizionale di lavorare. Ci sono attività che possono essere svolte a casa, magari conciliando meglio la vita professionale con quella familiare. Altri lavori, invece, necessitano della presenza fisica e quelli legati al turismo fanno parte quasi tutti di questa categoria. Non è un problema di salario perché anche di fronte a offerte importanti la situazione non cambia. Vengono poste condizioni non negoziabili».

Lei non può, per la sua storia personale, che essere una ambasciatrice del turismo termale. Che spazi di crescita ha la Puglia, se ci sono, in questo settore?

«È una tipologia di offerta turistica che va, inevitabilmente, di pari passo con le fonti termali. Noi in Puglia non ne abbiamo molte. Siamo pochi e questo rende più difficile fare sistema e promozione in maniera adeguata. Nello stesso tempo il settore è in crescita. Proprio con il Covid le persone hanno apprezzato di più l’idea di una vacanza tranquilla, lontana dalla confusione».

È un turismo prettamente regionale o arrivano anche ospiti da fuori?

«Chi viene, fa la cura e va via è soprattutto pugliese. Gli stanziali, invece, vengono da altre regioni italiane. Difficilmente arrivano gli stranieri perché prediligono per questo genere di vacanza posti più vicini, soprattutto nel Nord Italia».

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