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Grandine, neve, temporali: Lecce a rischio inondazioni

Grandine, neve, forti temporali: Lecce è la seconda provincia italiana in cui le precipitazioni sono particolarmente intense e sono frequenti anche le grandinate. Prima della provincia di Lecce (seguita da Siracusa), c’è quella del Verbano-Cusio-Ossola. Lo stato dell’arte è delineato in uno studio condotto da Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione italiana di riferimento della filiera…

Grandine, neve, forti temporali: Lecce è la seconda provincia italiana in cui le precipitazioni sono particolarmente intense e sono frequenti anche le grandinate. Prima della provincia di Lecce (seguita da Siracusa), c’è quella del Verbano-Cusio-Ossola. Lo stato dell’arte è delineato in uno studio condotto da Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione italiana di riferimento della filiera assicurativa, che stima come nei prossimi anni i big player del mercato assicurativo europeo dovranno investire almeno 400 milioni di euro per sviluppare nuove tecnologie in ambito Space Innovation (tra cui tecnologie satellitari per fornire dati in tempo reale sui cambiamenti climatici), Intelligenza Artificiale e Big Data che aiuteranno a mappare rischi legati a disastri ambientali e stipulare servizi e polizze adeguati.

Ai rischi climatici invernali, si aggiungono quelli tipici della buona stagione ossia il rischio da ondate di calore previsto per il 2040-2049. Si tratta di un fenomeno frutto del riscaldamento globale che con il procedere degli anni risulterà più omogeneo tra i territori pur interessando maggiormente le province nel Sud Italia e quelle della valle del Po ragion per cui saranno le province di queste aree geografiche a essere maggiormente colpite dall’innalzarsi delle temperature. Nel complesso, a causa delle ondate di calore, il 7 per cento delle aziende presenti su tutto il territorio nazionale potrebbe subire perdite, con un picco del 55 per cento se si considera solamente il Sud Italia. Saranno, invece, Agricoltura, Commercio e Logistica i settori maggiormente colpiti. Al contrario, il settore servizi è quello con il minor numero di aziende esposte ad almeno un rischio alto, a causa della sua elevata capacità di adattamento a queste tipologie di rischi.

In particolare, lo studio evidenzia che in Italia 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali. Il principale motivo di questo elevato livello di rischio è che il territorio nazionale è caratterizzato da un’alta esposizione a fenomeni naturali: nel Paese, infatti, coesistono livelli elevati di rischio terremoto, inondazioni e frane, a cui si sommano i rischi derivanti da fenomeni legati alle alte temperature che caratterizzano ampie parti della penisola, quali la siccità, lo stress idrico e le ondate di calore. Questa situazione, vista dalla prospettiva delle assicurazioni, vede che «la rischiosità e l’impatto economico dei fenomeni naturali è aggravato dal fatto che l’Italia, rispetto alla media dei principali Paesi europei, è fortemente sotto assicurata. Ad esempio secondo gli ultimi dati Ania, solo il 5% delle abitazioni risulta assicurato per gli eventi catastrofali».

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