Perquisizioni tra Milano e Torino a carico di 18 giovani ritenuti responsabili delle aggressioni a sfondo sessuale che si sono verificate nella notte tra il 31 e il primo gennaio a Milano. Secondo le prime informazioni diffuse dalla Questura, si tratta di 15 ragazzi maggiorenni e tre minorenni, di età compresa tra i 15 e i 21 anni. Al momento sono 12 i presunti appartenenti al “branco”. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, vedono i giovani indagati per i reati di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate.
Le indagini incrociate della polizia, basate sulle testimonianze delle vittime, sugli esiti delle analisi degli indumenti rinvenuti nelle abitazioni dei presunti colpevoli, sulle immagini di video sorveglianza e sull’analisi dei social network, vanno avanti e si stanno concentrando su altri casi verificatisi non solo nel la notte di Capodanno ma anche nei giorni precedenti. Le giovani donne vittime delle violenze di fine anno sono salite a quota nove. Nelle ultime ore sono tre gli episodi in serie ricostruiti dalla Procura, tutti riconducibili alla ferocia del “branco”.
Il primo vede una 19enne che festeggia il nuovo anno all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele: è con tre amiche e poco dopo la mezzanotte gli aggressori la accerchiano, le intimano di consegnare il cellulare e iniziano a palpeggiare, sempre con più violenza, il suo corpo.
Questo il primo degli episodi che giorno dopo giorno compongono il mosaico di ciò che è avvenuto nel cuore di Milano sotto gli occhi increduli dei cittadini. Dopo il primo, il secondo caso è avvenuto ai danni di una giovane studentessa all’angolo con via Mazzini: il “branco” ha puntato immediatamente alla sua borsa, ma quella che in apparenza sembrava una rapina, è diventata un’aggressione a sfondo sessuale con i carnefici che hanno tentato di sfilare alcuni indumenti intimi alla giovane donna.
L’ultimo caso ricostruito cronologicamente, risale all’una e mezza in piazza Duomo e vede due turiste tedesche aggredite alle transenne che costeggiano il simbolo della città. «Penso fossero trenta uomini, non lo so forse 50, non si fermavano e mi hanno strappato via il reggiseno e mi toccavano. Ero nuda, ero nel panico, ho cercato di proteggere il mio corpo da tutte quelle mani» ha raccontato una delle vittime ai microfoni della trasmissione “Quarta Repubblica”. Quello che è emerso è il modo in cui scegliere le vittime: venivano isolate dai loro amici, molestate in gruppo e solo dopo rapinate.