Enrico Letta, segretario del Pd, e Roberto Speranza, capo di Leu, hanno trascorso ieri un paio di ore a casa di Giuseppe Conte e Olivia Palladino in via di Fontanella Borghese, nel centro di Roma. Obiettivo fare il punto «sulla strategia per il Quirinale». Un incontro che, però, non ha prodotto nomi o proposte da avanzare agli altri partiti per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. L’unico dato certo è il «no» categorico, secondo i partecipanti, «all’ipotesi che sia Silvio Berlusconi il candidato del centrodestra». Poi, con «il centrosinistra unito» si può dialogare, ma se il centrodestra dovesse insistere con la candidatura dell’ex cavaliere i tre capi partito si sono detti pronti «anche a uscire dall’aula», dalle prime tre votazioni per stigmatizzare in modo deciso la permanenza sul tavolo del nome del leader di Forza Italia.
Ovviamente, quale convitato di pietra, il nome del premier Mario Draghi è stato sullo sfondo durante tutta la discussione, ma nessuno ha inteso proporlo al Colle. Anzi, la necessità che «rimanga a palazzo Chigi» è stata ritenuta più importante. Si parte, dunque, dalla strategia e la traccia è quella di perseguire «un accordo su una personalità in linea con quel che ha rappresentato Sergio Mattarella», per assicurare, è il proposito dei vertici del centrosinistra, «un anno di vita forte e produttivo per il governo».
Se però nel partito Democratico, e soprattutto nella piccola formazione di Liberi e uguali gli orientamenti non mostrano per ora grandi divisioni interne, resta il nodo del Movimento 5 Stelle, provato anche dalle recenti accuse nei confronti del fondatore, Beppe Grillo. Fra i grillini è sempre forte il dissenso nei confronti dell’ipotesi di eleggere Draghi e molti non nascondo la loro insofferenza. Così ci si interroga su cosa farà Luigi Di Maio, visto che da settimane sulla questione Quirinale è in silenzio assoluto. Tanto che proprio Conte al termine dell’incontro è uscito di casa per recarsi alla Farnesina per incontrare il ministro degli Esteri, al termine della cerimonia di intitolazione della Sala dei trattai alla memoria di David Sassoli.
Nota di colore al termine del vertice del centrosinistra è stata l’inusuale tweet con lo stesso testo con il quale i tre leader hanno commentato l’incontro.