Enel punta su un futuro sostenibile, ma il Pd attacca: «Nessun accenno a Brindisi»

Il Gruppo Enel ha annunciato i risultati positivi del 2024 e presentato un ambizioso piano strategico per il periodo 2025-2027. L’azienda energetica ha confermato la sua capacità di raggiungere obiettivi ambiziosi e di adattarsi a un contesto in continua evoluzione, puntando su tre pilastri fondamentali: redditività, efficienza e sostenibilità. Il nuovo piano strategico di Enel prevede investimenti totali per circa 43 miliardi di euro, con un focus particolare sulle reti elettriche. Circa 26 miliardi di euro saranno destinati a potenziare e ammodernare le infrastrutture di trasmissione e distribuzione, soprattutto in Italia e Spagna.

Le contestazioni del Pd

Ma Maurizio Bruno, consigliere regionale Puglia Pd, insieme a Francesco Cannalire, Alessio Carbonella e Denise Aggiano, consiglieri comunali Brindisi Pd, sottolineano le criticità. «L’odierna presentazione del Piano strategico 2025-2027 dell’Enel ancora una volta trascura di indicare al Paese, alle comunità locali, al mercato e alle forze sociali, qualsiasi concreta indicazione sul futuro dei siti produttivi a carbone di cui viene confermato il phase-out all’interno dell’impegno del gruppo al raggiungimento di emissioni zero.
Eppure parliamo di siti produttivi che hanno assicurato per decenni un contributo determinante al fabbisogno energetico nazionale, oltre ad essere stati un asset fondamentale per redditività prodotta negli equilibri economico-finanziari del gruppo. Siti produttivi che ancora oggi rappresentano per i territori interessati, a partire da Brindisi, un bacino occupazionale tra diretti e indotto certamente strategico».

Le accuse di indifferenza

«Il sito di Brindisi – incalzano i consiglieri – meriterebbe ben altra considerazione da parte del Governo e dell’attuale management dell’Enel che, in realtà, appare del tutto indifferente alle sorti della nostra comunità locale che ha pagato per decenni un tributo altissimo dal punto di vista ambientale e sanitario alla produzione energetica a carbone». In effetti, negli ultimi mesi in molti hanno sottolineato il rischio a cui si apre la comunità brindisina con la dismissione della centrale di Cerano, che andrebbe «accompagnata da un concreto e trasparente progetto di continuità produttiva ed occupazionale, mediante una riconversione ambientale sostenibile e tecnologicamente innovativa dei siti di Enel. Ma di tutto ciò non vi è alcuna traccia del piano strategico di Enel 2025-27 molto più orientato, al netto del ribadito impegno verso le rinnovabili, a generare “margini in crescita” e “dividendi al rialzo”: questo è, probabilmente, il vero mandato che l’attuale Governo ha affidato al management di Enel, dimenticando del tutto che resta senza certezze e stabilità il futuro di migliaia di lavoratori e di intere comunità locali che meriterebbero ben altra attenzione e sensibilità».

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