Con il Life Cycle Assessment risparmiate in un anno 150mila tonnellate di CO2

RIMINI (ITALPRESS) – Il Life Cycle Assessment 2022 del Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica a Ecomondo, la manifestazione dedicata all’economia circolare in scena alla Fiera di Rimini, che si chiude oggi, in contemporanea con Key Energy. I numeri che raccontano i risultati ottenuti da C.O.N.I.P., e certificati nel LCA (Life Cycle assessment 2022), ovvero nel documento annuale di Impatto Ambientale delle cassette CO.N.I., sono rilevanti: grazie al recupero di circa 65mila tonnellate di cassette di plastica in un anno, è stato possibile evitare l’emissione di 150 mila di Co2, risparmiare 2,3 milioni di Gigajoule di energia e oltre 600 milioni di litri di acqua e ridurre di 135mila tonnellate il fabbisogno di materia prima vergine.
Simone Fant ed Eugenio Montesano hanno ritirato, durante la quarta e ultima giornata di Ecomondo e Key Energy il premio Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane. Patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica e dall’Ordine dei Giornalisti, il riconoscimento è stato istituito per dare visibilità ai migliori servizi informativi sui temi dell’economia circolare e del riciclo, realizzati da autori di meno di quarantun anni. Ai vincitori è stata consegnata la statuetta, realizzata da un gruppo di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano, ideata CONAI in occasione dei suoi venticinque anni: una Fenice a sette code che spiega le ali, simbolo di rinascita anche per i materiali di imballaggio.
Comunicare, con consapevolezza ed efficacia, i temi ambientali è un fattore strategico. E allora perchè l’Italia non riesce a cogliere questa necessità? E perchè è così difficile comunicare le tematiche ambientali? A fare il punto sull’argomento giornalisti e comunicatori nel corso dell’incontro a cura di Ecomondo, FERPI (Federazione delle Relazioni Pubbliche Italiana) e Assoambiente, tenutosi nell’ultima giornata di Ecomondo.
L’evento, coordinato da Sergio Vazzoler, delegato dell’attuale CDN alla comunicazione ambientale e co-curatore del Libro Bianco sulla Comunicazione Ambientale e de “L’Anello Mancante – La comunicazione ambientale alla prova della transizione ecologica”, si è posto come obiettivo l’analisi di questo tema, colpevolmente sottovalutato, anche nelle prossime edizioni di Ecomondo, una volta all’anno, con esperti di comunicazione ambientale. Il filosofo e comunicatore scientifico Telmo Pievani ha sottolineato come sia fondamentale mescolare linguaggi diversi per far ricordare maggiormente messaggi legati all’ambiente attraverso la musica, il teatro, l’arte, raccontare storie positive e di successo come modelli da seguire e usare i dati per provare a smontare falsi argomenti che vengono usati come alibi per non intervenire nelle scelte strategiche e di prospettiva sull’ambiente. L’importanza di ascoltare i giovani, ma anche di parlare loro attraverso la divulgazione scientifica, la necessità di aprire le porte degli impianti e di mettere in circolo narrazioni veritiere, aprirsi all’innovazione.
Questi gli ingredienti che sono stati illustrati dai professionisti della comunicazione presenti: Elisabetta Perrotta, direttore Assoambiente, Matteo Colle, direttore Relazioni Esterne e CSR Gruppo CAP, Annalisa Corrado, responsabile Sviluppo Progetti Innovativi AzzeroCO2 e co-ideatrice del progetto GreenHeroes, Kyoto Club, Paolo Silingardi, presidente Achab Group, e Sofia Pasotto, Green influencer.
La necessità di rendere l’informazione scientifica comprensibile a tutti e i nuovi modi di interfacciarsi con il pubblico sempre più legati al digitale tra gli argomenti affrontati dai giornalisti che si occupano di tematiche ambientali Jacopo Giliberto, de Il Sole 24 Ore, Edoardo Vigna, del Corriere della Sera, Cristina Nadotti, de La Repubblica, Alessandro Beloli, di Geopop, e Roberto Zalambani, Presidente UNARGA FNSI, l’Unione nazionale dei giornalisti agricoli, alimentari, ambiente ed energie italiani.
Alla Fiera di Rimini si è parlato di materie prime, energia e della necessità di incentivare, in Italia, la diffusione di gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio come il biometano e il biogas, da produrre “in house”. La traiettoria delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si è d’altra parte tradotta nel Decreto biometano, tramite il quale sono stati stanziati 1,7 miliardi di euro di investimenti per favorire la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione degli impianti di biogas esistenti. Secondo le stime del CIC, in Italia, ad oggi, vengono immessi in rete 130 milioni di metri cubi di biometano e biogas ottenuto da Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), ma si stima che, grazie all’implementazione delle misure del PNRR dedicate al settore, entro il 2026 si potrebbe arrivare a una produzione di oltre 4 miliardi di mc di biometano agricolo, pari a circa il 30% del totale forniture di gas naturale importato dalla Russia.
L’Italia, già secondo Paese in Europa per produzione di biogas e tra i principali al mondo, con un adeguato sistema legislativo a supporto potrebbe però addirittura raggiungere una produzione di circa 8 miliardi di m3 di biometano al 2030.

– foto ufficio stampa Ecomondo –
(ITALPRESS).

Exit mobile version