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A Trani torna l’incubo della cava dei veleni: nuove emissioni di fumo nell’area di contrada Monachelle – VIDEO

Le lamentele dei residenti tranesi erano fondate, per quanto difficile da documentare, la puzza era reale e alla luce di quanto emerso in questi giorni, anche la preoccupazione per possibili danni alla salute lo è. È tornato l’incubo della cava dei veleni. Grazie al documento girato da alcuni video operatori, cittadini tranesi, con l’utilizzo di…

Le lamentele dei residenti tranesi erano fondate, per quanto difficile da documentare, la puzza era reale e alla luce di quanto emerso in questi giorni, anche la preoccupazione per possibili danni alla salute lo è. È tornato l’incubo della cava dei veleni.

Grazie al documento girato da alcuni video operatori, cittadini tranesi, con l’utilizzo di un drone, sono state documentate nuove emissioni di fumo dalla ex cava di contrada Monachelle.

Siamo nell’agro di Trani, a breve distanza dall’intersezione con il territorio di Andria, in una ex cava ormai ferma, che già nel 2017 fu interessata da un’operazione di sbancamento dei terreni con escavatori data la persistenza emissione di fumi causata dalla combustione di rifiuti tombati, soprattutto plastica e vetro.

All’epoca le operazioni furono seguite attentamente dai vigili del fuoco e le rilevazioni di Arpa Puglia certificarono che il benzene sprigionato dall’area di oltre 2000 metri cubi di rifiuti fosse entro i limiti previsti per legge. Furono anche indagati per omessa custodia delle aree due persone ma il procedimento penale è stato archiviato.

Sembrerebbe che nella stessa area – ma sono in corso controlli sulle particelle di pertinenza -, di fianco al terreno interessato dallo sbancamento con pale meccaniche, in queste settimane si siano attivati nuovi focolai. La puzza è riconoscibile, è identica a quella percepita sei anni fa, definita nella nota dell’associazione Oikos inoltrata alle autorità e alle forze dell’ordine “di plastica bruciata”.

Nei dintorni della cava la puzza è insopportabile e nonostante la distanza notevole dal centro cittadino, in particolari giorni di vento, i miasmi raggiungono il centro abitato rendendo impossibile soprattutto nelle ore serali e notturne lasciare finestre aperte. A Palazzo di città non sono rimasti alla finestra a guardare ma si sono già attivati con sopralluoghi in loco da una settimana e nelle prossime ore saranno inviate comunicazioni ad Arpa e alla Procura della Repubblica. L’unico dubbio sulla possibilità che gli eventi odorigeni in città trovino radici in questa cava risiede nel fatto che sul territorio comunale ci siano altri punti interessati da roghi. Trani torna a tapparsi il naso, in attesa di sviluppi.

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