(Adnkronos) – “Possiamo sfruttare materiali su scala nanometrica per porre fine alla contraffazione. Grazie a degli Id quantistici ottici possiamo ottenere un’ autenticazione e una certificazione dell’opera impossibile da replicare”. A dirlo Sabrina Zuccalà, presidente del laboratorio internazionale di nanotecnologie ‘4ward360’, durante un incontro alla Corte di Cassazione dedicato a “Il metaverso come convergenza di tutte le nuove tecnologie: AI, blockchain, smart contracts. Le esigenze di cybersecurity”, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Roma. A lanciare l’innovativa tematica è stato l’avvocato Giuseppe Cavuoti, membro del Centro Studi Giuridici e della Commissione Lavoro dell’Ordine degli avvocati di Roma, che, grazie alla collaborazione avviata con Sabrina Zuccalà, ha posto per primo l’attenzione sulla tracciabilità innovativa e non alterabile come priorità per fronteggiare l’illegalità e la falsificazione delle opere artistiche. La visione innovativa di Giuseppe Cavuoti, con il suo noto GC Network, si inserisce all’interno delle nuove ricerche sui nanomateriali, con la tecnologia blockchain e diversi strumenti utili per combattere la contraffazione di opere d’arte in Italia, tra rimedi track-and-trace, overt technology e cover technology. Tuttavia, la soluzione definitiva potrebbe giungere proprio dalla ricerca applicata alla nano-materia e dalle nanotecnologie.
“Sostanzialmente, la nanotecnologia -prosegue Zuccalà-consente la certificazione e la non contraffazione delle opere, registrando, tra i vari esempi, lo spessore dello strato metallico, la geometrica delle particelle e le interfacce delle stesse particelle. Ogni opera d’arte potrebbe avere un’impronta digitale, impossibile da replicare, in quanto le imperfezioni su scala atomica vengono registrate e conservate”. “D’altronde, – dice ancora Zuccalà-i prezzi di acquisto, spesso inferiori a quelli di mercato, e la disponibilità di opere di artisti di successo, altrimenti introvabili, rappresentano le leve che alimentano un mercato che cresce anno dopo anno anche grazie alla sofferenza di altri settori di investimento come quello dei prodotti finanziari. La certificazione dell’opera d’arte può avvenire tramite tecnologia blockchain, che è un sistema digitale informatico, per registrare le informazioni, in modo sicuro, al riparo da tentativi di hackeraggio e senza possibilità di modifiche una volta “lanciato il dato online. Questi sistemi possono rappresentare un’ evoluzione innovativa tecnologica per la gestione dei requisiti sulla rintracciabilità anche delle opere d’arte. Altro elemento innovativo che merita considerevole attenzione è il rapporto tra nanotecnologia e punti quantici. I punti quantici sono nanoparticelle semi conduttori artificiali che trasportano elettroni, possono essere utilizzati come indicatori e identificare oggetti fisici e non esistono due punti quantici identici, il che significa che è quasi impossibile crearli con le stesse proprietà registrate e quindi contraffare un’opera”.