(Adnkronos) – Whirlpool Corporate si ‘allea’ con Arcelik e conferisce definitivamente in una nuova joint venture tutti e 9 i siti europei, compresi i 4 italiani e il centro europeo delle parti di ricambio, che si aggiungeranno ai 2 siti trasferiti dai turchi. Si conclude con l’accordo annunciato oggi, come spiega la multinazionale americana, la ‘revisione strategica’ delle proprie attività di business a cui stava lavorando da mesi. Al via dunque, presumibilmente dalla seconda metà del 2023, una società da oltre 20mila dipendenti (15.000 di Whirlpool e 5000 di Arçelik) il cui fatturato combinato si appresta a superare i 6 mld di euro mentre le sinergie di costo sfioreranno i 200 milioni di euro. La maggioranza della newco sarà comunque nelle mani dei turchi di Arcelik, che deterranno una quota del 75% della newco mentre gli americani resteranno al 25%.
Circa 11 complessivamente, dunque, gli stabilimenti produttivi che comporranno la nuova realtà aziendale: al business europeo di grandi elettrodomestici di Whirlpool si assoceranno i siti Arçelik relativi a elettrodomestici, all’elettronica di consumo, alla climatizzazione e ai piccoli elettrodomestici. Sempre ad Arcelik ma separatamente il colosso americano venderà e trasferirà le proprie attività in Medio Oriente e Africa mentre continuerà a detenere la proprietà di quelle Emea relative ai piccoli elettrodomestici KitchenAid. “Si tratta di un importante e decisiva pietra miliare nella trasformazione del nostro portafoglio”, ha commentato Marc Bitzer, presidente e amministratore delegato di Whirlpool Corporation.
Ma in Italia i sindacati sono in allarme: ‘non c’è una sola parola dedicata all’occupazione e alle relative garanzie’ denunciano chiedendo al Mimit una rapida riapertura del tavolo Whirlpool. Sollecitazione a cui risponde a breve giro di posta lo stesso ministro Urso che ha rassicurato su una convocazione a breve “con cui verificare le intenzioni industriali dell’acquirente con l’obiettivo di salvaguardare le produzioni in Italia e i livelli occupazionali”.
Fim Fiom Uilm e Uglm non abbassano la guardia. “Tutte le operazioni di questo genere comportano forti rischi industriali e occupazionali, a causa delle così dette sinergie e ottimizzazioni dei costi”, ammoniscono unitariamente le tute blu di Cgil Cisl e Uil denunciando come il rischio sia previsto dallo stesso accordo industriale che prevede come “le attività combinate genereranno sinergie di costi per oltre 200 milioni di euro”. Una revisione strategica dunque quella chiusa da Whirlpool che per i sindacati non poterà nulla di buono sul fronte industriale.
È necessario, insistono, “avere garanzie sul mantenimento occupazionale dei 4.700 dipendenti e industriale con tutti gli stabilimenti e i centri ricerca”, insistono. E memori della dura e persa vertenza sul sito di Napoli poi chiuso due anni fa chiedono al governo soprattutto “un intervento tempestivo, prima della costituzione della nuova società Arcelik-Whirlpool.
Guardia alta anche dall’Uglm, che vuole capire “le tempistiche e altri non secondari dettagli”, come spiega il segretario nazionale Antonio Spera preoccupato “per il destino dei lavoratori e di tutti i siti produttivi italiani, per i quali, stando alle dichiarazioni ufficiali, non si intravedono segnali positivi”.