Università, il modello campus si diffonde anche in Italia: ecco la mappa

(Adnkronos) – Si sta rinforzando dopo la pandemia il sistema della formazione universitaria in Italia che, stando ai dati pubblicati sul sito del Mur, conta ad oggi 140 istituzioni diffuse su tutto il territorio nazionale, di cui 67 Università statali presenti in tutte le regioni, eccetto la Valle d’Aosta, e 20 Università non statali. Ma bisogna arrivare al cambio di secolo per vedere l’e-learning prendere piede anche nel nostro Paese. E’ solo dal 2000, infatti, che anche in Italia si è sviluppato con 11 Università telematiche, tutte di diritto privato, che hanno portato nel nostro Paese processi di formazione a distanza basati su piattaforme tecnologiche, sistemi informatici che gestiscono cioè la distribuzione e la fruizione di contenuti formativi.  

Un modo di formarsi che proprio in epoca pandemica è spesso stato frainteso con la Dad, la didattica a distanza che ha invece consentito la formazione accademica a migliaia di studenti travolti nel loro percorso di studio dallo tsunami del Covid-19. E in questo quadro si inseriscono anche i campus universitari, quelle cittadelle universitarie made in Italy della formazione che strizzano l’occhio ai college anglosassoni. Nonostante il termine campus sia latino, è stato infatti introdotto nel linguaggio corrente negli Stati Uniti per denominare le aree universitarie comprendenti zone green. Il termine campus è stato usato per la prima volta per descrivere i campi intorno ad un college dell’Università di Princeton per poi essere adottato per indicare i campi di altri college.  

In Italia invece, nel corso secolo scorso, il termine campus ha iniziato ad indicare l’intera area, inclusi gli edifici, di proprietà di un’università. Adesso i campus sono diffusi un po’ in tutta’Italia. Presenti dal Nord al Centro al Sud del Paese, alcuni esempi di campus universitari italiani sono quelli della Città Studi di Biella, dell’Università degli Studi di Catania, dell’Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro, dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. E ancora.  

Campus universitari sono anche quelli dell’Università degli Studi di Palermo, dell’Università degli Studi di Parma, dell’Università Humanitas di Pieve Emanuele, dell’Università della Calabria di Rende, dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, dell’Università degli Studi “Niccolò Cusano” di Roma, dell’Università degli Studi di Salerno e il Campus Luigi Einaudi dell’Università degli Studi di Torino.  

Ci sono inoltre aree del Paese in cui, invece, ricerca e formazione sono state coniugate con sviluppo e impresa. E’ il caso di Area Science Park, l’Ente Nazionale di Ricerca Area Science Park sul Carso triestino, che conta i due campus di Padriciano e Basovizza e un parco scientifico e tecnologico che, oggi, è uno dei punti di forza di un territorio con una delle più elevate concentrazioni di centri di ricerca in Europa, quale è la città di Trieste. Nel parco di Area sono insediate imprese high-tech e laboratori pubblici e privati per un totale di 64 realtà di cui 57 imprese e 7 tra Centri di ricerca e Fondazioni, in cui lavorano complessivamente oltre 2.700 addetti. Nel parco operano anche centri di eccellenza, tra cui il Sincrotrone Elettra e l’Icgeb, i laboratori della sezione Infn di Trieste e alcuni istituti del Cnr, nonché numerose imprese innovative e startup.  

Negli anni Area Science Park ha ampliato il suo raggio d’azione oltre il perimetro dei suoi due campus di Padriciano e Basovizza, sviluppando progetti di trasferimento tecnologico e servizi per l’innovazione a favore delle piccole e medie imprese in Italia e all’estero, in particolare nell’area centro europea e balcanica. Tra le importanti installazioni scientifiche del Parco, spicca il Laboratorio Elettra, di cui è stato primo presidente il Premo Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, la sorgente italiana di luce di sincrotrone di terza generazione al servizio della comunità scientifica e industriale nazionale e internazionale dal 1993. A Elettra si affianca dal 2010 il Free Electron Laser Fermi, una delle poche sorgenti laser di questo tipo oggi in funzione nel mondo, capace di osservare i fenomeni ultraveloci e, nello stesso tempo, microscopici che avvengono a livello atomico e molecolare.  

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