(Adnkronos) – “Sono ucraina, non posso valutare Mario Draghi e da membro del governo ucraino non voglio influenzare i pensieri e le emozioni di coloro che prenderanno le decisioni. Ma parlando per il mio Paese e da cittadina del mondo, mi permetto di dire che Mario Draghi è una persona di grande cuore; Che di fatto e in modo sincero ha aiutato e aiuta l’Ucraina parlando con dignità e responsabilità agli occhi del mondo a nome di tutti gli italiani, sia dei suoi sostenitori che dei suoi oppositori. Draghi da leader e professionista sa e capisce che la storia si scrive adesso anche per l’Italia”. Iryna Vereshchuk, vicepremier dell’Ucraina e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati nonché volto simbolo della resistenza interviene con l’Adnkronos rispondendo in una video intervista sulla crisi di governo nel nostro Paese: “Il futuro dipenderà da come l’Italia, gli italiani, il governo italiano riusciranno a risolvere questo terribile conflitto, questa guerra fratricida che per ora, e sottolineo il ‘per ora’, si consuma sul territorio ucraino. Con leader come Mario Draghi al Governo, noi vinceremo questa terribile guerra che si consuma non in Ucraina, ma nel continente europeo”.
Vereshchuk ricorda che “obiettivo di Putin è distruggere il nostro Paese, l’istituzione dell’Unione europea, la Nato discreditando e facendo cadere i governi di stati democratici indipendenti. Per questo è molto importante mantenere l’unità e l’equilibrio – sollecita – attraverso esecutivi stabili, società forti e resilienti all’aggressione della Russia. Noi siamo amici del popolo italiano, il cui supporto è per l’Ucraina importante tanto quanto quello del Governo. Io ricordo come Mario Draghi ci ha sostenuti nel percorso alla candidatura all’adesione all’Ue e Come ci ha appoggiato venendo qui. Non dimentico i cortei di migliaia di persone svoltisi in Italia a sostegno dell’Ucraina, le case aperte dagli italiani per accogliere i nostri sfollati, gli aiuti economici inviati dalla gente. Sono gesti di umanità che devono continuare. La guerra non deve stancare né fermare un popolo così grande come il vostro. Sono certa che ciò non avverrà, che gli italiani sceglieranno di continuare a sostenerci anche in futuro. Punteranno alla stabilità dell’Europa, a quell’umanesimo che vi caratterizza. A nome dei nostri bambini, delle donne ucraine, dei nostri anziani voglio ringraziare ancora il popolo italiano”.
Teme che la crisi sia determinata da forze politiche contrarie agli aiuti a Kiev? “Putin farà di tutto con la sua politica da Fsb, anzi meglio dire da Kgb, per far rafforzare queste forze nel mondo democratico e in Europa in particolare. E’ lo stile dei russi: governare creando scompiglio e conflitti; giocando sulle contraddizioni, sollevando temi molto sensibili; sfruttando forze nazionalistiche trasformate in idioti utili al Cremlino, strumento della propaganda e della disputa. La cosa importante è capirlo, anticiparlo per impedire che accada; Evitare errori simili a quelli commessi da Angela Merkel che nel 2014, pensava che promuovendo il Nord Stream 2 avrebbe fatto bene alla Germania e ai tedeschi. Riteneva che aiutando Putin lo avrebbe pacificato, che come Germania avrebbe tenuto il nemico più stretto tra le braccia. Adesso vedete il risultato, l’errore di tale politica. Vi chiedo di non ripetere questi sbagli del passato di non portare avanti politiche in alcun modo legate al Cremlino”.
Quali partiti in Italia destano preoccupazione a Kiev? “Io non ho questo tipo di preoccupazione, l’agenda politica italiana è affare esclusivo dell’Italia e degli italiani. Io so che l’Italia, da paese con una storia millenaria, che ha insegnato la cultura a tutto il mondo e ha formato la civiltà occidentale, ce la farà, e saprà rispondere a questa sfida. La cosa importante che io vorrei chiedere all’Italia, al governo, all’opposizione, è in particolare di non stancarsi della guerra; di focalizzarsi sulle sfide chiave, ovvero le sfide sulla sicurezza. Il resto va in secondo piano. Credetemi: i conflitti politici o le incomprensioni in atto, sono di sicuro secondarie. La cosa importante è fermare la guerra, arrivare ad un equilibrio stabile; far convivere la democrazia e la civiltà. Quando avremo sconfitto l’oscurantesimo – conclude – potremo tornare a parlare di politica, di cultura, di musica, di arte…”.
La vice premier guarda quindi alla situazione a Kherson e Zaporizhia: “Prevediamo di riuscire ad evacuare almeno 20-30 mila persone da queste regioni di Kherson e Zaporizhzhia. E’ un processo già avviato ed in corso anche grazie al sostegno delle organizzazioni di volontariato, ma è molto complicato da gestire in quanto la Russia di fatto ha bloccato tutti i passaggi utili per l’evacuazione e non vuole aprire i corridoi. Noi speriamo prossimamente di sfondare il blocco e di fare uscire 20-30 mila persone dai territori occupati”. “Ad oggi dall’inizio della occupazione -riferisce con orgoglio – siamo riusciti ad evacuare più di 350 mila donne, bambini, anziani. E nell’ultimo mese siamo riusciti a salvare 46 orfani che erano stati presi per essere adottati in Russia. Il lavoro del Dicastero da me guidato – spiega – è cambiato in modo radicale. Adesso è un ministero di reazione umanitaria alle emergenze che interviene in operazioni veloci ad esempio nei casi in cui cambia la linea al fronte evacuando rapidamente donne, bambini ed anziani. O nel recupero di orfani improvvisamente portati nei territori occupati. Ci occupiamo quindi in particolare di corridoi umanitari ed evacuazione”.
Ma resta fermo il punto: L’Ucraina non cederà territori alla Russia, non è questa la soluzione per far finire la guerra e trovare la pace. “L’Ucraina è la nostra terra natale, è la nostra madre, è la nostra patria. Si potrebbe mai smerciare, scambiare o dividere la propria madre? Voi non lo fareste mai. Ne sono convinta”, dice all’Adnkronos Iryna Vereshchuk, ricordando che quel “20% di territorio temporaneamente occupato dai russi equivale al 40% dell’Italia e che nessun italiano sarebbe mai disposto a perderlo in nome della pace. Ne sono certa. Noi in alcun modo non cederemo i nostri territori. Putin parla di pace affinché l’Ucraina si metta in ginocchio e insieme a lei l’Europa, perché ci ritiene un’unica cosa. Noi non ci inginocchieremo a Putin e non permetteremo mai che l’Europa lo faccia”.
“Vorrei – prosegue – che potessimo tornare a combattere nel Donetsk e nel Luhansk come lo scorso marzo già domani. E sono convinta che nessuno al mondo abbia dubbi che il popolo ucraino è molto forte, coraggioso, e motivato. Però ci mancano le armi a lungo raggio e l’artiglieria capace di distruggere gli obiettivi del nemico oltre i 50 km”. “Vedete dai notiziari cosa è successo a Vinnytsia, cosa è accaduto a Dnipro, a Kharkiv. Quando vengono lanciati razzi su obbiettivi civili dal così detto ‘esercito russo’, in città del centro dell’Ucraina come Vinnytsia, provocando la morte di madri e bambini piccoli, quando si fa terrore, noi siamo indifesi perché ci mancano i mezzi di difesa antimissilistica, di difesa antiaerea che potrebbero proteggere le città civili, abitate da civili al centro e all’ovest del nostro paese”.
“Non c’è alternativa alla guerra – soggiunge la ministra per la Reintegrazione dei territori -. Noi vorremmo tanto che ci fosse un tavolo di negoziati o una bacchetta magica per risolvere tutti i problemi. Ma la Russia è il nemico numero uno della civiltà. Per questo siamo costretti a pagare, con il prezzo delle vite dei civili, delle donne, dei bambini, dei nostri militari, la nostra e vostra libertà, la nostra e vostra democrazia”. “Sono convinta – prosegue – che la guerra si può fermare se ci fornirete le armi che ci occorrono. Con soli 12 Himars abbiamo di fatto fermato l’esercito di un paese armato con il nucleare. Immaginate se avessimo avuto artiglieria e bombardieri richiesti e necessari a riprenderci le nostre terre. Non aspettate, dateci le armi e vedrete cosa faremo. Noi porteremo la pace a tutta l’Europa”.
“La fine della guerra – afferma la vice premier – dipenderà dalla quantità e dai tempi in cui noi riceveremo le armi. Se saranno consegnate a luglio – agosto, entro fine anno, cioè a dicembre, la guerra sarà conclusa, per lo meno le azioni belliche sul territorio ucraino. Chiaramente continuerà la guerra energetica, economica delle sanzioni. Ma per lo meno terminerà il terrore contro i civili. La domanda che sorge dunque è – sollecita Vereshchuk prima di concludere l’intervista con l’Adnkronos – Chi si assumerà la responsabilità se noi non riceveremo per tempo le armi? Tra l’altro in inverno c’è il rischio che assisteremo ad un collasso energetico, dato che la Russia continuerà con le sue politiche di ricatto e chiaramente alzerà la posta in gioco”. La responsabilità di un simile scenario “sarà dunque di tutti coloro che adesso hanno paura di prendere decisioni necessarie e importanti per la nostra vita: fornire a noi le armi, qui ed ora”.
(di Roberta Lanzara)