(Adnkronos) – “Coloro che credono di vincere sul campo di battaglia sembrano non capire che adesso una guerra con la Russia sarebbe completamente differente da allora. Non siamo noi ad aver inviato i nostri carri armati alle loro frontiere. Ma abbiamo un modo di rispondere e non finirà con l’uso di carri armati. Tutti devono capirlo”. Così il presidente russo Vladimir Putin arrivato a Volgograd, per un giorno tornata Stalingrado, il nome imposto alla città da Stalin nel 1925. Nome che fu mantenuto fino al 1961, per celebrare la resa dei tedeschi alla fine della battaglia durata dall’agosto del 1942 al febbraio del 1943 e costata la vita a due milioni di persone. La sconfitta della Sesta armata del Reich fu il primo passo verso la vittoria delle forze alleate due anni dopo, la Vittoria nella Grande guerra patriottica per Mosca.
La città ha di recente iniziato a recuperare il nome di Stalingrado nelle occasioni di festa. E oggi anche i giornalisti di Rossiya 24 hanno parlato della visita di Putin a Stalingrado. E nella parata militare organizzata oggi, hanno sfilato unità con l’uniforme dell’Nkvd, i famigerati servizi di sicurezza usati da Stalin per il grande terrore.
Putin ha deposto una corona di fiori al monumento di Mamayev Kurgan, la collina teatro dei combattimenti principali della battaglia, e in cui si trova il Museo dedicato a quei mesi, e dove ieri è stato inaugurato un busto di Stalin, il secondo dedicato al dittatore di recente nella città. Il governatore della regione Andrei Bocharov è stato messo in quarantena una settimana per poter incontrare Putin, come ha reso noto l’emittente locale V1.Ru.
“La Russia sta concentrando le sue forze, lo sappiamo tutti. Si sta preparando a cercare di ottenere una rivincita, non solo contro l’Ucraina, ma contro l’Europa libera e tutto il mondo libero”, ha affermato dal canto suo Volodymyr Zelensky, parlando del rischio di una nuova offensiva russa in coincidenza con il primo anniversario dell’inizio del conflitto, il 24 febbraio, nella conferenza stampa oggi a Kiev con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.