(Adnkronos) – Il Cremlino sostiene che i negoziati di pace per la guerra in Ucraina dovrebbero essere condotti in primo luogo con gli Stati Uniti, i quali dettano il comportamento di Kiev.
“Ovviamente, Washington ha un voto decisivo. E’ impossibile decidere qualcosa con Kiev”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass, seguendo la narrativa russa di delegittimazione del governo ucraino, descritto come succube e manovrato da Washington.
“Kiev ha un presidente, un legittimo presidente, Zelensky, ed è teoricamente possibile raggiungere un accordo politico con lui. Ma, tenendo a mente l’esperienza di marzo, questi accordi non significano nulla, perché possono essere cancellati da un ordine esterno. Quindi bisogna parlare con qualcun’altro, con il loro motivatore, il loro patrono”, ha detto Peskov, sottolineando che la Russia “continuerà a difendere i suoi interessi”.
Per Kiev “l’unica realistica proposta di pace è che la Russia metta immediatamente fine alla guerra in Ucraina e si ritiri oltre i confini del 1991”. Lo ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleh Nikolenko, dopo il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, ha dichiarato oggi che la Russia è sempre pronta a negoziare con l’Ucraina.
Secondo Nikolenko, rilanciato da Ukrainska Pravda, chi vuole negoziare non distrugge l’infrastruttura energetica del Paese invaso, non bombarda aree civili, non compie esecuzioni di massa di civili, non annuncia mobilitazioni militari e non blocca l’esportazione del grano. Con i confini del 1991 s’intendono quelli al momento dell’indipendenza dell’Ucraina, Crimea compresa.
BLOCCO GRANO – Il blocco da parte russa dell’accordo sui corridoi del grano nel mar Nero rende “impossibile” l’esportazione di cereali ucraini, ha denunciato su Twitter il ministro ucraino delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov, mostrando le immagini della nave Ikaria Angel dell’agenzia Onu del Wfp, “che doveva partire oggi dall’Ucraina con 40 tonnellate di grano”. Il carico, ha precisato, “era diretto agli etiopi, che sono sull’orlo della carestia”.
Kiev sottolinea che la decisione russa di sospendere indefinitivamente l’accordo sul grano ha bloccato 218 navi nel mar Nero. “Dato che, al 30 ottobre, la parte ucraina non ha il permesso del Centro di coordinamento congiunto di passare attraverso corridoi sicuri, vi sono 218 navi bloccate nelle loro posizioni”, ha spiegato su Facebook il ministero delle Infrastrutture di Kiev, rilanciato da Ukrinform.
Di queste navi, viene spiegato, 95 sono cariche, hanno lasciato i porti ucraini e sono in attesa delle ispezioni per procedere. Altre 101 navi vuote attendono le ispezioni per tornare nei porti ucraini, mentre 22 navi cariche aspettano di partire dai porti ucraini.
L’ACCUSA DI MOSCA – Il ministero russo della Difesa accusa Kiev di aver usato i “corridoi del grano”, e forse anche una nave per il trasporto di prodotti alimentari, per l’attacco con i droni contro la base della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Lo riferisce la Tass, dopo che Mosca ha sospeso ieri l’accordo sull’export del grano ucraino nel mar Nero come risposta all’attacco.
“E’ stato stabilito che i droni aerei sono stati lanciati dalla costa vicino Odessa. I droni marittimi hanno navigato nella zona di sicurezza del corridoio del grano e poi hanno cambiato la rotta verso la base navale russa a Sebastopoli”, afferma il ministero, dopo aver annunciato di aver recuperato frammenti dei droni marittimi. Le coordinate di movimento di uno di questi droni “indicano un punto di lancio nelle acque della zona di sicurezza del corridoio del grano nel mar Nero”, afferma il ministero. La difesa russa sostiene che i droni marittimi sono di fabbricazione canadese e che uno di loro potrebbe essere stato lanciato da un vascello civile per il trasporto di prodotti agricoli dai porti ucraini.
“Secondo gli specialisti” il punto di lancio dal corridoio del grano “potrebbe significare che il veicolo sia stato lanciato da una nave civile usata da Kiev e i suoi sponsor occidentali per esportare prodotti agricoli dai porti ucraini”, ipotizza il ministero russo, senza offrire prove a riguardo.
TURCHIA – Il ministro turco della Difesa è impegnato in colloqui con Russia e Ucraina per far ripartire l’accordo sui corridoi sicuri del grano nel mar Nero, bloccato ieri da Mosca. “Il nostro ministro della Difesa, Hulusi Akar, continua i colloqui e il coordinamento con le controparti. Sono inoltre in corso colloqui fra le agenzie coinvolte”, ha riferito il ministero della Difesa turco, citato dall’agenzia stampa russa Tass.