Trump e l”arresto annunciato’, New York “pronta a qualsiasi protesta”

(Adnkronos) – Il sindaco di New York, Eric Adams, si dice “fiducioso” nel fatto che la città sia pronta ad ogni protesta collegata all’eventuale incriminazione di Donald Trump che la scorsa settimana ha preannunciato il proprio arresto per la giornata di oggi, 21 marzo, invitando i sostenitori a manifestare. “Stiamo monitorando i commenti sui social media, la Nypd sta svolgendo il suo normale ruolo nel garantire che non vi siano azioni inappropriate in città”, ha detto il sindaco democratico, che è un ex poliziotto.  

“Siamo fiduciosi che riusciremo a farlo”, ha detto ancora Adams, aggiungendo di avere letto “molte notizie” riguardo alla possibile incriminazione ma di non averne mai parlato direttamente con il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, titolare dell’inchiesta su Stormy Daniels, in cui l’ex presidente è indagato per aver falsificato i suoi registri contabili, facendo apparire come parcelle legali i 130mila dollari versati dal suo allora avvocato Michael Cohen per pagare il silenzio della porno star.  

Continua, intanto il coordinamento tra la polizia newyorkese e il Secret Service, il corpo preposto alla protezione di presidenti ed ex presidenti, per l’eventuale convocazione di Trump nel tribunale di Manhattan per la notifica dell’incriminazione. Secondo stesso Trump, nel drammatico appello alla protesta lanciato sabato scorso via social ai suoi sostenitori, questo sarebbe dovuto avvenire oggi.  

Le due agenzie ieri hanno discusso la logistica, il rafforzamento della sicurezza del tribunale e il modo in cui l’ex presidente potrebbe entrare nell’edificio per consegnarsi e attivare le procedure, con il rilevamento delle impronte digitali e la foto segnaletica, riservate ad ogni arrestato prima della scarcerazione su cauzione.  

Un’informativa diffusa nei giorni scorsi dal dipartimento di Sicurezza Interna si avvisa che “un’eventuale azione penale contro un ex presidente americano, rimane una linea rossa per estremisti violenti interni che potrebbero manifestare in modo violento contro obiettivi del governo ed esponenti politici”.  

L’informativa, riferisce Abcnews, fa notare come il post di Trump abbia fatto “immediatamente aumentare la retorica violenta online e le minacce contro governo e forze dell’ordine considerate parte della persecuzione politica dell’ex presidente, insieme a più generici appelli alla ‘guerra civile'”.  

Lo stesso aumento del volume di questo tipo di traffico sui social era stato registrato dopo la perquisizione dello scorso agosto da parte dell’Fbi a Mar-a-Lago, nell’ambito di un’altra inchiesta in cui è coinvolto Trump, quella per le carte segrete portate via dalla Casa Bianca. Anche l’Fbi ha diffuso un warning riguardo “alla possibile incriminazione dell’ex presidente Trump che, secondo fonti aperte, potrebbe avvenire nelle prossime settimane”.  

“Al momento non ci sono informazioni a conferma di questa incriminazione, né ci sono informazioni che indicano che siano state pianificate violenze o azioni criminali”, si legge ancora nell’avviso, ottenuto da Abcnews.  

Anche per la Us Capitol Police, il corpo di polizia che è stato in prima linea durante l’assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Trump il 6 gennaio 2021, al momento non ci sono “indicazioni di minacce contro il Congresso ed i suoi membri”. Né “vi sono indicazioni di proteste organizzate in larga scala come quelle che portarono all’assalto del 6 gennaio”.  

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