(Adnkronos) – “Non avevo molta fiducia sull’esito di questa decisione da parte della Cassazione francese. In Francia c’è stata una politicizzazione, una strumentalizzazione politica per tutelare chi ormai vive là da decenni”. Così all’Adnkronos Cristian Iosa, figlio di Antonio Iosa, ex esponente della Dc gambizzato dalle Brigate Rosse a Milano il primo aprile 1980, dopo il ‘no’ della Corte di Cassazione francese all’estradizione dei 10 ex terroristi ‘rossi’ italiani. La Cassazione, pronunciando il suo ‘no’, ha richiamato la decisione della Corte d’Appello, che nel 2022 si è pronunciata sfavorevolmente sull’estradizione ritenendo che diversi ricorrenti siano stati giudicati in contumacia, dunque senza aver avuto la possibilità di difendersi in un nuovo processo.
“Non è assolutamente giustificabile – sottolinea Iosa -, perché se queste persone avessero voluto difendersi in Italia avrebbero benissimo avuto tutta la possibilità di farlo. La nostra legislazione permette agli ex brigatisti di difendersi in qualsiasi modo, tanto che chi era in Italia lo ha fatto, e alcuni sono stati giudicati persino innocenti, uscendo puliti da alcuni processi, mentre altri sono stati giudicati colpevoli e condannati. La loro scelta, dunque, è puramente egoistica, una scelta da parte di vigliacchi che hanno deciso semplicemente di scappare per non affrontare il giudizio in Italia”. Nella sua pronuncia, la Cassazione francese sottolinea anche che la quasi totalità dei richiedenti hanno vissuto in Francia per circa 25-40 anni, un Paese in cui hanno una situazione familiare stabile, dove sono inseriti professionalmente e socialmente, e dunque la loro estradizione causerebbe un danno sproporzionato al loro diritto a rispetto della vita privata e familiare.
Per il figlio dell’ex esponente Dc gambizzato dalle Br, queste parole rappresentano “una beffa nei confronti dei familiari delle vittime del terrorismo, perché di fronte alle morti che queste persone hanno causato distruggendo delle famiglie intere, basti pensare ai tanti bambini che sono cresciuti senza papà, loro hanno potuto rifarsi una vita senza espiare nessuna pena. Un’offesa nei confronti delle vittime del terrorismo. L’ennesima presa in giro”. “Anche a distanza di 40 anni – conclude Iosa – permane la dottrina Mitterand”.