Salute, Palmieri (Sia): “Andrologi non sono ancora riferimento per uomini”

(Adnkronos) – A differenza delle donne, “l’uomo non ha identificato ancora in maniera precisa l’andrologo come suo specialista di riferimento – osserva Palmieri – anche perché non esiste la specializzazione accademica. Noi però, come società, abbiamo messo in campo dei progetti, quindi un percorso di certificazione. Tutti i soci – che poi compaiono in una mappa andrologica nel nostro sito – sono certificati. Stiamo cercando di certificare tutta la società” perchè diventi un “riferimento professionale, anche se non esiste la specializzazione”. Lo ha detto Alessandro Palmieri, presidente Società italiana di andrologia (Sia), a margine di un evento, organizzato alla Camera, in occasione della Giornata nazionale dell’andrologia, che si celebra oggi, nell’ambito del mese di novembre, dedicato alla prevenzione delle malattie dell’uomo. 

“Siamo assolutamente il sesso debole – afferma Palmieri – perché in campo di prevenzione sanitaria non ci curiamo, non facciamo prevenzione, non la facciamo ancora” in modo corretto perché, “per esempio, nell’uomo anziano è ormai entrata la mentalità di farsi controllare dallo specialista per quanto riguarda le problematiche della prostata”. Ma il giovane “ritiene di non avere nessun bisogno dello specialista di riferimento: un trentenne non si fa controllare. Noi invece dobbiamo arrivare ad offrire una consulenza per l’uomo che sia costante negli anni, che accompagni la vita dell’uomo”. 

La Società italiana di Andrologia è costituita da circa 700 soci che si occupano “dei problemi della coppia per quanto riguarda la fertilità del maschio e di tutto quello che” riguarda la salute dell’uomo “dall’adolescenza, cioè da quando lascia il pediatra, fino all’epoca geriatrica”. Nel giovane e nell’adolescente, sottolinea Palmieri, “affrontiamo le problematiche infiammatorie e le malattie sessualmente trasmesse, che oggi stanno tristemente ritornando alla ribalta con addirittura la sifilide – di cui non si sentiva parlare da decenni – che è diventata, dopo la clamidia, la seconda malattia sessualmente trasmessa. Nell’età di mezzo ci occupiamo in particolare del benessere, con anche integratori – qualcuno brevettato dalla società degli andrologi – Per l’anziano ci occupiamo di accompagnarlo in una migliore attività, anche sessuale, e di qualità di vita,  soprattutto – conclude il presidente Sia – nei decenni più avanti”. 

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