Riforma fiscale, Landini: “Mi sono rotto, pagano solo dipendenti e pensionati”

(Adnkronos) – “In questo Paese c’è un punto di fondo che è la questione fiscale: un Paese che sta in piedi con le tasse pagate da lavoratori dipendenti e pensionati. E lo dico chiaro: mi sono rotto le scatole ad essere sempre io a pagare anche per chi non le paga e che sia sempre io a garantire quella sanità pubblica al posto di chi non lo fa ma la usa. Il fisco invece è un nuovo patto per la cittadinanza e se il 90% dell’Irpef lo sborsano dipendenti e pensionati il governo però ne parla solo con imprese o con chi le evade, le tasse”. Così, acclamato da un tifo da stadio della platea del congresso Cgil, il leader Maurizio Landini porta il dibattito con le opposizioni su un altro tema centrale per il sindacato alla ricerca di un fronte comune contro il governo. 

E rilancia una sua vecchia proposta: “Un contributo straordinario per la creazione di un fondo di solidarietà per creare lavoro con cui ricostruire la coesione sociale nel Paese”. D’altra parte con 100 miliardi di evasione c’è solo la strada del recupero da battere anche se, spiega ancora Landini, un’altra strada è possibile: “Che il denaro, il contante scompaia lasciando alla tecnologica quel tracciamento necessario a stroncare l’evasione”.  

Schlein – La riforma fiscale del governo “è preoccupante e sorprendente, vorrei fossimo uniti nel dire che questa baggianata di dire abbassiamo le tasse a tutti per far stare meglio tutto il Paese vuol dire far mancare servizi ai poveri e abbassare le tasse ai ricchi”, scandisce dal congresso della Cgil la segretaria Pd, Elly Schlein. “Il vero problema, molto serio, è che è costosissima, la fanno con i tagli alla scuola e alla sanità, favorisce chi sta meglio”.  

Conte – “Siamo pronti a scendere in piazza con i sindacati o da soli o con tutti gli altri partiti che vorranno opporsi. La delega è un progetto recessivo per il Paese che favorisce le fasce più agiate della popolazione”, dice il leader M5S Giuseppe Conte annunciando come nella controproposta presentata sul fisco sia stato introdotto anche un vincolo per impedire un gap salariale eccessivo tra il top Management e l’ultimo degli operai. “Vogliamo un fisco più equo e progressivo perché non possiamo permettere un divario di 200 300 fino 500 volte tra il top management e l’ultimo degli operai nella stessa azienda”, spiega. 

 

 

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