Renzi torna alla carica contro i giudici di Firenze: “Li denuncio di nuovo”

(Adnkronos) – “Denuncerò di nuovo i giudici di Firenze per aver nuovamente fatto circolare il mio estratto conto bancario, inviandolo al Copasir, dopo che la Cassazione aveva chiesto di non trattenerlo”. Nuovo round tra Matteo Renzi e i magistrati fiorentini per il caso della Fondazione Open. Il leader di Iv lo annuncia nella sua ultima enews.  

“Se pensano di fermarmi, non mi conoscono. O, più semplicemente, non hanno letto ‘Il Mostro’. A proposito: secondo voi, il Pm di Genova che ha chiesto l’archiviazione dei suoi colleghi in sei giorni, a quale corrente apparteneva Vi do un indizio: capitolo 3 del libro, cordone sanitario… che meraviglia il magico mondo delle coincidenze”, spiega Renzi che si è appena visto respingere la sua prima denuncia contro i magistrati di Firenze dal tribunale di Genova, di fronte al quale era finito il caso per competenza.  

“I giudici di Genova hanno ‘stranamente’ dato ragione ai colleghi fiorentini, dicendo che un sms o un Whatsapp o un messaggio di post elettronica non sono comunicazioni o corrispondenza -spiega il leader di IV sempre nella sua enews-. In realtà, ci sono decine di sentenze in cui la Cassazione chiede di considerare Whatsapp come posta privata. Ma, quando il Whatsapp è quello di un parlamentare fiorentino, evidentemente le sentenze si interpretano. Buttandola sul ridere, potrei dire che nel 2022 per i giudici di Genova si definisce comunicazione o corrispondenza solo il piccione viaggiatore, i segnali di fumo e l’alfabeto Morse. Ma, siccome voglio essere serio, aspetterò la sentenza della Corte Costituzionale e tornerò alla carica con una nuova denuncia”. 

Ai fatti al centro dell’indagine sulla Fondazione Open, come agli altri casi giudiziario che l’hanno visto protagonista negli ultimi anni, Renzi ha dedicato il suo ultimo libro, ‘Il Mostro’: “La storia de ‘Il Mostro’ non riguarda me, ma riguarda le istituzioni di questo Paese. Se quello che scrivo è vero, è un problema -scrive Renzi-. Messe in fila queste cose fanno accapponare la pelle. Chi arriva alla fine del libro lo regali a un amico cui sto antipatico. Cancellate il nome Matteo Renzi: il vostro amico forse non cambierà idea su di me, ma cambierà idea sulla politica italiana degli ultimi dieci anni. Se invece qualcuno pensa che abbia scritto il falso, dica pubblicamente cosa non gli torna. Sono pronto a un dibattito all’americana con chiunque, da Conte a Meloni, da Letta a Salvini. Ci staranno? E naturalmente aspetto l’invito di Lilli Gruber per un confronto sul libro con Travaglio, invito che casualmente non è ancora arrivato”. 

 

 

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