Reddito di cittadinanza, che fine hanno fatto i navigator

(Adnkronos) – Partiti quasi in tremila, i navigator, le figure professionali assunte e formate dall’Anpal per trovare lavoro a chi usufruisce del reddito di cittadinanza, vanno verso l’estinzione. L’ultimo atto è la comunicazione del ministero del lavoro che, in corrispondenza con la scadenza dei contratti al 31 ottobre, ha chiarito che, in relazione alle notizie di stampa circolate in queste ore relative alla proroga, “detti contratti non sono prorogabili”. E che per avere nuovi navigator servirebbe una norma che non è allo studio.  

Sembra la parola fine rispetto a un’esperienza che è nata nel 2019, con l’istituzione del reddito di cittadinanza, durante il governo Conte I, quello giallo-verde. All’inizio furono 2.978 i navigator contrattualizzati. Una relazione della Corte dei Conti sulla gestione 2020 dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro attesta un primo, consistente, taglio. Il 21 marzo 2022 sono già diventati oltre un terzo in meno, 1.870, a causa delle 1.108 dimissioni registrate, con “evidenti ricadute anche sugli ingenti costi sostenuti per selezionarli (808.601 euro)”, sostiene la Magistratura contabile.  

Lo scorso 1 giugno ne erano stati ricontrattualizzati 1.618, altri 250 in meno quindi, non solo per occuparsi dei beneficiari del reddito di cittadinanza, ma anche dei percettori del programma nazionale Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori). Prevista una durata contrattuale di due mesi, lasciando alle regioni la possibilità di concedere un’ulteriore proroga di tre mesi, ovvero fino al 31 ottobre, con una comunicazione da inviare al ministero del Lavoro entro il 23 giugno. 

A quella data, però, Piemonte, Lombardia, Campania, Veneto e Umbria hanno comunicato di non voler prorogare l’attività di assistenza tecnica nei centri per l’impiego regionali di 538 navigator. Sicilia, Basilicata e Molise hanno chiesto ora di poter prolungare i contratti dei navigator, non avendo provveduto a reclutare le risorse umane necessarie al rafforzamento dei centri per l’impiego, ottenendo la risposta, negativa, arrivata ieri dal ministero. A conti fatti, i navigator sopravvissuti che ora restano senza contratto sono poco più di mille.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version