Qatar 2022, i mondiali ‘difficili’ di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo

(Adnkronos) – Sono stati i due giocatori più forti al mondo degli ultimi vent’anni, senza ombra di dubbio. Sono al loro quinto mondiale e l’hanno iniziato con il piede sbagliato. Malissimo Lionel Messi, che ha perso all’esordio con l’Argentina contro l’Arabia Saudita, archiviando una delle peggiori sconfitte della storia della nazionale albiceleste. Deve ancora giocare la sua prima partita, giovedì prossimo, Cristiano Ronaldo ma è fresca di minuti la notizia della brusca fine del suo rapporto con il Manchester United.  

Messi, per ora, non è riuscito a trascinare la sua nazionale, come per altro è riuscito a fare poche volte in passato, almeno negli appuntamenti con il Mondiale. Il commento che ricorre oggi sui social è lo stesso che ha ‘tormentato’ la Pulce per tutta la sua carriera: “Messi non è Maradona”. Il paragone è scomodo, da sempre, ma effettivamente Messi insegue ancora la sua prima Coppa del Mondo, mentre il suo padre calcistico, il migliore di sempre, è l’uomo che è stato capace di vincere da solo o quasi un Mondiale, quello messicano del 1986. Per Messi è l’ultima occasione utile, ed è partito nel modo peggiore. 

Ronaldo è arrivato in Qatar dopo lo strappo dell’intervista contro la sua squadra di club, il Manchester United con cui conviveva da separato in casa ormai una stagione e mezza. Un passaggio che rischia di compromettere l’immagine del campione portoghese, ormai impegnato nell’ultimo tratto della sua gloriosa carriera. Anche i rapporti con i suoi compagni di nazionale, a partire da Bruno Fernandes che dei Red devils è il capitano, contribuiscono a descrivere un mondiale in salita. La nota che ufficializza la risoluzione consensuale del contratto con il ManUnited non è certo un buon inizio: “Cristiano Ronaldo lascerà il Manchester United di comune accordo, con effetto immediato”, le parole che segnano una frattura netta.  

I prossimi giorni e le prossime partite diranno cosa sarà per Messi e Ronaldo Qatar 2022. Possono continuare a scrivere la storia, trascinando le loro nazionali, o possono, di fatto, uscire dalla scena internazionale che conta. Difficile, per tutti e due, la terza via dell’anonimato. Sono, tutti e due, troppo grandi per non essere protagonisti, in un senso o nell’altro.  

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