Pil Italia 2023 può scendere. Giorgetti: “Possibile correzione al ribasso”

(Adnkronos) – “Se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8%) potrebbe essere soggetto a una sia pure contenuta correzione al ribasso”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riguardo al Pil Italia 2023. ”Allo stato risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024″.  

”La complessiva resilienza dell’economia nel trimestre estivo ha evitato la seconda flessione consecutiva, scongiurando così una recessione tecnica”, sottolinea il ministro. ”Nell’insieme l’andamento delle attività non è difforme da quanto preventivato in sede di stesura della Nadef, che prefigurava una graduale ripresa con l’ultimo trimestre in miglioramento rispetto al terzo. La nostra modellistica a breve ci conferma queste indicazioni”. 

Sulla manovra 2024 Giorgetti evidenzia che il disegno di legge di bilancio ”è stato predisposto in un frangente estremamente complicato” a causa delle incertezze in Medio Oriente che si aggiungono al contesto geopolitico già difficile. Il governo ha ”dovuto trovare una sintesi” ed è stato ”un lavoro niente affatto facile, ma ritengo sia stato fatto il meglio possibile” per rispondere alle ”esigenze immediate” e per ”gettare le basi del programma di legislatura”. 

”Siamo pienamente impegnati – sottolinea – a realizzare l’aggiustamento di bilancio necessario per rendere la riduzione del debito sostenibile e resiliente agli shock negativi” nel medio termine. ”La strategia della politica di bilancio mira a garantire la sostenibilità del debito attraverso miglioramenti significativi del saldo primario strutturale nei prossimi tre anni”, spiega. Il rapporto tra debito e Pil ”si conferma su un profilo decrescente, fino a un livello di 139,6% nel 2026”.  

Giorgetti mette in chiaro: ”Non accetto la critica che questa manovra non sia prudente, trovo molto imprudente delle proposte che sono state portate nell’ambito dei media. Questo stravolgerebbe questo approccio di responsabilità che, fino a questo momento, mi sembra abbia prodotto un apprezzamento da parte di coloro che sono chiamati a valutarla”. La manovra ”è austera sì, ma espansiva quando serve”.  

”Il tentativo che facciamo di mettere nei bilanci familiari cifre significative dovrebbero in qualche modo contribuire a sostenere i consumi, esattamente questo è il nostro obiettivo”, dice il ministro. ”Circa due terzi del’intera manovra è diretta a famiglie con redditi medio bassi”. E aggiunge che ”l’unica parte espansiva della manovra che ha generato tagli di spesa significativi in altri comparti per finanziarla è questa”.  

Attraverso la legge di bilancio, inoltre, ”si interviene per cercare di risolvere il problema dell’allungamento dei tempi e delle liste d’attesa per le visite e cure specialistiche, che affligge il nostro sistema da molti anni, ed è sensibilmente peggiorato nel corso della crisi pandemica che ha determinato un arretrato di prestazioni senza precedenti”. Intervenire per ridurre i tempi di attesa “è una priorità del governo, che ritiene assolutamente necessario garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”, afferma Giorgetti.  

La presidente dell’Upb, Lilia Cavallari, nel corso dell’audizione sulla manovra nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, sottolinea che ”lo scenario incerto rende più stringenti i vincoli di bilancio e comprime i margini di manovra per interventi futuri”. In questo quadro l’obiettivo fissato per la crescita nel 2023 è ”raggiungibile ma aumentano rischi al ribasso per prossimo anno”. La piena attuazione del Pnrr ”è determinante” per la ”spinta” all’economia che inciderebbe tra 2,3 e 2,6 punti di Pil, afferma Cavallari.  

Quanto al mix tra decontribuzione e la riforma Irpef porterà ”maggiori benefici per redditi medio-bassi e operai” ma emergono delle ”criticità da coperture e soglie di reddito”. 

E sulla sanità avverte: ”Il finanziamento del servizio sanitario nazionale per il 2024 potrebbe non coprire integralmente le spese, anche tenendo conto dei potenziali livelli di spesa farmaceutica, dell’applicazione dei nuovi lea (con i connessi aumenti su tariffe di prestazioni specialistiche e assistenza protesica) e del contenzioso delle imprese sul pay-back”.  

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